“Ero in corso Amedeo di Savoia quando Elena e Federica sono state aggredite con l’acido, ma io non c’entro niente. Ero con una mia amica e in mano avevo solo il casco”. Si professa innocente Francesca, la zia delle due ragazze che da ieri è in stato di fermo nel carcere di Pozzuoli, e sostiene di non aver lanciato lei il liquido corrosivo contro le nipoti.
Napoli, sorelle sfregiate con l’acido. La zia: “Ero lì, ma non sono stata io”
Francesca, che ha 20 anni, è la sorellastra della madre delle due vittime. I loro rapporti, col tempo, si sono deteriorati fino a diventare ostili. I motivi del dissidio sono da ricondursi alla sfera privata della famiglia: vecchi rancori lasciati irrisolti e riesplosi lo scorso Natale. Poi una storia di abusi sessuali che risale a diverso tempo fa, una sequela di litigi e frecciate scambiate via social e finanche un video costellato di insulti pubblicato su TikTok.
Dinanzi agli inquirenti la 20enne, in presenza del suo legale, ha negato ogni accusa: non era lei a stringere tra le mani quella bottiglia piena di acido, ma le sue parenti. Secondo la giovane, le ragazze avrebbero agitato la bottiglia, fino a ferirsi da sole.
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La sua versione, però, cozzerebbe con quella fornita dalle vittime. Ci sarebbero troppe discrasie e incongruenze tra il racconto dell’indagata e quello delle due sorelle. Perfino le dichiarazioni della ragazza non coinciderebbero con alcuni elementi acquisiti dalla visione dei sistemi di videosorveglianza presenti nel luogo dell’agguato. Per questo motivo il procuratore aggiunto e il sostituto procuratore hanno firmato il decreto di fermo nei confronti della giovane, indagata per deturpazione del viso e violenza privata.
L’interrogatorio
L’interrogatorio, iniziato nella tarda mattinata di martedì, si è concluso poco prima delle otto di sera. La 20enne ha ammesso di essersi trovata sul corso Amedeo di Savoia, in compagnia di una sola amica, di essere anche scesa dallo scooter quando ha visto le nipoti, impugnando però con la mano sinistra il casco e nessun contenitore con l’acido. Secondo l’avvocato difensore di Francesca, tale circostanza emergerebbe anche dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza. Immagini che sono state acquisite dalla Procura e che sono già in fase di analisi.
Le indagini
Restano da chiarire ancora molti punti oscuri della vicenda. A cominciare dalla eventuale presenza di complici. La zia delle ragazze ha riferito agli investigatori che quella sera c’era con lei soltanto un’amica. Fin dall’inizio, però, le nipoti avevano raccontato che la 20enne fosse in compagnia di più persone. Almeno sei, a bordo di tre scooter.
E poi, chi è era l’obiettivo del raid: la 24enne o forse la sorella più piccola, quella di 17 anni? E qual è stata la causa scatenante che ha permesso di arrivare a così tanta violenza? Sono tanti gli interrogativi che con il prosieguo delle indagini potranno trovare una risposta e definire così i contorni di una storia assurda. Per domani, intanto, dovrebbe essere fissata l’udienza di convalida del fermo nei confronti della 20enne.