Fumava cento sigarette al giorno, ululava e si rifiutava di lavarsi. Cosimo Di Lauro, il boss di Secondigliano morto in carcere a Milano a 49 anni, non era più il “principe” reggente di un impero che suo papà, Paolo Di Lauro, alias Ciruzzo o’milionario, aveva messo in piedi, a Secondigliano, agli inizi degli anni ’80.
Gli ultimi giorni di Cosimo Di Lauro: fumava 100 sigarette al giorno e ululava di notte
La sua immagine, logorata dal tempo, cozza con quella a cui l’opinione pubblica era venuta a conoscenza e che risale al momento in cui “o Chiatto” – chiamato così per via della sua stazza fisica importante – venne catturato ed arrestato dalle forze dell’ordine: capelli lunghi sistemati dal gel, aspetto curato e giubbotto nero di pelle.
Cosimo Di Lauro, come riporta l’Ansa, versava in una condizione di forte disagio psichico. Dal 2005 era detenuto in regime di 41bis, il cosiddetto “carcere duro”. Di notte ululava, di giorno vaneggiava. Era diventato un fumatore accanito: consumava fino a 5 pacchetti al giorno e come evidente conseguenza fisica i suoi denti erano diventati neri come il carbone. Al momento del ritrovamento, “The designer don” – uno dei tanti appellativi che in vita gli furono attributi – è stato trovato esanime, in posizione supina nella sua cella, senza alcun segno di violenza riconducibile al suicidio. Anche se ieri, dopo la notizia della sua morte, era serpeggiata anche l’ipotesi che si fosse tolto la vita.
I primi segnali di disagio, secondo l’avvocato Saverio Senese, c’erano già. Al punto che nel 2008 il legale sostenne che “F1” fosse incapace di partecipare attivamente ai processi. Per gli inquirenti invece si trattava di simulazione.
L’ultima volta che Cosimo Di Lauro incontrò i suoi legali risale ancora prima della pandemia da Covid-19. Era il 2019. Gli avvocati si recarono in cella per incontrarlo dopo aver ricevuto una lettera singolare. Cosimo non aveva scritto nulla in quella missiva, ma l’aveva comunque fatta recapitare ai suoi legali. Preoccupati, gli avvocati gli chiesero il perché del suo gesto. Lui, farneticando, disse: “Riunione importante con imprenditori in vesti di capo di un mondo parallelo”. Una frase indecifrabile, che forse lasciava già presagire le precarie condizioni psicologiche di Cosimo.
L’autopsia
Sul corpo del boss è stato disposta l’autopsia per il prossimo giovedì. La Procura di Milano ha disposto anche una consulenza medico legale e tossicologica più approfondita per chiarire le cause della morte, nonché quali fossero le condizioni di salute nell’ultimo periodo.