Dalle acque cristalline di sabato alla schiuma del lunedì. E’ bastato disostruire la foce del Lago Patria per ritrovare ampi tratti di costa tra Varcaturo (Giugliano) e Ischitella (Castel Volturno) di nuovo intorbidati. Sotto accusa l’inquinamento dello specchio lacustre che ricade nel comune di Giugliano.
Liberata foce del Lago Patria, di nuovo schiuma e acque torbide tra Varcaturo e Ischitella
Avevano fatto il giro dei social le foto scattate lo scorso weekend in spiaggia che immortalavano un mare trasparente e limpido. Tantissimi i bagnanti che avevano deciso di approfittarne tra sabato e domenica per fare un tuffo, rinunciando alla classica tintarella che troppo spesso rappresenta l’unica opportunità di relax per chi frequenta le spiagge tra le province di Napoli e Caserta. Ma è bastato l’intervento della Città Metropolitana di pulizia e disostruzione della foce del Lago Patria per far cambiare colore e qualità alle acque del litorale domizio.
E’ una storia che si ripete da anni. Il Lago Patria accoglie gli scarichi fognari di molti residenti della zona che non hanno accesso al sistema fognario. A ciò si aggiungono gli sversamenti illeciti di aziende del territorio, spesso documentati e sanzionati dalle forze dell’ordine, e i residui della combustione dei roghi tossici che “precipitano” nelle acque lacustri come spiegato da Legambiente in diverse circostanze. Con la liberazione della foce, il materiale inquinante finisce per tuffarsi nel tratto di costa a ridosso dei lidi rendendo il mare torbido e marrone.
Di chi è la colpa?
La pulizia della foce del lago purtroppo è un passaggio inevitabile per garantire il ricambio delle acque e la sopravvivenza della fauna. In molte occasioni la moria dei pesci nel bacino lacustre è stato determinato dall’ostruzione dell’estuario e dall’innalzamento del livello delle sostanze inquinanti. Per tutelare la qualità delle acque marine del tratto litoraneo che va da Ischitella a Varcaturo bisognerebbe intervenire sul Lago Patria, offrendo servizi fognari adeguati alla popolazione residente e monitorando costantemente gli sversamenti illeciti da parte degli eco-criminali. Al termine del lockdown del 2020 fece scalpore la foto della foce del fiume Agnena, pochi chilometri a nord di Lago Patria, che ritraeva un’enorme chiazza scura diretta nelle acque del litorale domizio. In quella circostanza le indagini portarono a identificare, tra i responsabili, il titolare di un’azienda zootecnica sequestrata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere.