Il piccolo Francesco, 2 anni, ritrovato senza vita la sera del 2 gennaio sulla spiaggia di Torre del Greco accanto alla mamma, non è morto per annegamento. A svelarlo è l’autopsia fatta dal medico legale. Secondo gli esami fatti sul corpicino della vittima, il bimbo sarebbe morto per “soffocamento attraverso l’occlusione di naso e bocca”.
Il perito degli inquirenti ha anche rilevato la presenza di filamenti di cellulosa vegetale (forse riconducibili a un fazzolettino di carta) nei polmoni e nei bronchi del piccolo e nessun segno di violenza esterna sul naso e sulla bocca, sempre riscontrati nei precedenti casi quando si tappa il naso e la bocca di una vittima per soffocarla.
Le parole del legale difensore
“I risultati dell’esame autoptico – spiega l’avvocato Salvatore Del Giudice – gettano delle ombre sulle responsabilità di Adalgisa sull’orribile morte del figlio”. “Voglio sottolineare – precisa l’avvocato Del Giudice – che Adalgisa non ha mai confessato l’omicidio e anche che è completamente errata l’interpretazione dei messaggi in chat i quali evidenzierebbero l’odio che la madre nutriva per il piccolo”.
Inoltre Francesco è rimasto in acqua per pochissimo tempo e non ore, come si era ipotizzato in un primo momento. “Ulteriori perizie sono state affidate dalla Procura di Torre Annunziata al Ris, – prosegue il legale – ci sono diversi punti oscuri, in questa triste vicenda: ritengo ci siano diversi scenari alternativi da vagliare, rispetto a quello inizialmente ipotizzato dalla Procura”.
Intanto Adalgisa Gamba resta ancora in carcere. La mamma del piccolo è detenuta nel carcere femminile di Pozzuoli con l’accusa di avere assassinato il figlio. L’avvocato Salvatore Del Giudice aveva chiesto la scarcerazione della donna ma senza successo.