Europa travolta da Omicron 5, le mete turistiche a rischio contagio (e restrizioni)

La nuova ondata di Omicron 5 sta minacciando l’estate 2022 e spingendo verso l’alto le curve dei contagi. ll turismo non ha ancora accusato i contraccolpi dell’impennata epidemica in corso ma alcune mete potrebbero presto diventare off-limits, costringendo milioni di turisti a rivedere i propri piani.

Europa travolta da Omicron 5, le mete a rischio

Dopo la caduta delle restrizioni il Covid ha ripreso a diffondersi rapidamente alle nostre latitudini attraverso la variante Omicron, considerata dagli esperti più contagiosa delle sue parenti più strette. Solo In Italia si sono registrati ieri 72mila nuovi contagi, il 48 % in più rispetto alla settimana precedente. E La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità segnala «alti livelli» di Covid-19 quest’estate in Europa chiedendo un attento monitoraggio del virus dopo che i casi giornalieri sono triplicati nell’ultimo mese. Di fronte alla crescita dei casi, c’è chi, come il governatore Vincenzo De Luca, invoca subito il ritorno alle vecchie restrizioni per frenare l’ondata Covid del prossimo autunno.

Secondo le mappe stilate dal Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc) le mete turistiche più esposte oggi sono Portogallo, Francia e Islanda. Con accanto gran parte della Grecia e la Spagna settentrionale. Le prossime settimane sono imprevedibili. Se il tasso di crescita dei contagi aumenterà ancora, così come previsto da qui a fine luglio, destinazioni gettonate come Mykonos, Santorini, Parigi o Lisbona potrebbero subire restrizioni, rendendo il soggiorno meno piacevole.

Guai in vista anche per chi ha scelto L’UK come meta vacanziera. Il Regno Unito infatti, dopo mesi di calo costante, registra un rimbalzo dei positivi. Allo stato attuale, i britannici registrati come positivi sono risaliti a 2,3 milioni, oltre 500 mila in più rispetto alla settimana precedente, anche se la curva dei morti resta meno accentuata. La situazione epidemica ha spinto il governo di Boris Johnson a valutare un’estensione della quarta dose del vaccino.

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