GIUGLIANO. Seppur passato in sordina, l’ultimo consiglio comunale a Giugliano è stato l’ennesima miccia che ha acceso il dibattito politico riportandolo sulla eterna diatriba tra Pirozzi e Poziello, tra legami tra la camorra e la politica.
A infiammare il dibattito è stato proprio il sindaco che in aula, senza che all’ordine del giorno ci fosse alcun punto inerente la legalità, ha fatto questo passaggio: “Fa piacere vedere che le forze dell’ordine stanno svolgendo un compito importante con arresti eccellenti che hanno riguardato soggetti criminali, certamente non vicini né al sindaco né ad altri ma forse in campagna elettorale giravano insieme a qualcun altro“. Parole dure, allusioni ma senza un destinatario esplicito.
Giugliano, polemiche maggioranza e opposizione
Il battibecco è sempre tra Poziello e Pirozzi. In aula a parlare fu anche l’ex primo cittadino che aprì ad “alleanze che possono servire alla città. Se avete bisogno di aiuto noi ci siamo, se volete continuare a litigare accomodatevi, ma mandate in soffitta la campagna elettorale” aveva detto Poziello.
Ma un episodio di cronaca ha poi scatenato le reazioni social e le frecciatine che negli ultimi giorni sono diventate sempre più pungenti. E’ notizia di circa 10 giorni fa che un funzionario comunale è stato minacciato e aggredito da un occupante abusivo dei fabbricati pesanti di Casacelle. Ed è su questo che Poziello sta chiedendo risposte e chiarimenti da parte dell’amministrazione che però al riguardo non si è espressa. Nell’ultimo post l’ex primo cittadino ha posto 10 domande al sindaco e i suoi chiedendo se “la persona che ha aggredito il dipendente comunale abbia partecipato alla campagna elettorale del sindaco, se collaboratori e assessori abbiano incontrato la persona al Comune”.
“Toni eccessivi ed a tratti esasperati” li definisce il presidente del consiglio comunale Castaldo. Per l’esponente di minoranza Sequino, il sindaco non risponde su questioni importanti. Ma a riportare il dibattito sempre su legalità sì legalità no è anche il consigliere di maggioranza Francesco Di Domenico che definisce “teatrino squallido, delle offese, delle angherie, del fango scaricato su persone perbene determinato dalla voglia di mettere le mani sulla città non per il bene comune ma solo per alimentare interessi personali, spesso anche loschi e perversi”.
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