Il vaiolo delle scimmie è diventato un allarme mondiale. A definirla tale l’Oms, l’organizzazione mondiale della Sanità, che ha ha pubblicato dichiarato l’inizio di una nuova “emergenza sanitaria globale” dopo quella del Covid.
Vaiolo delle Scimmie, è emergenza sanitaria globale
A comunicare la notizia agli organi di stampa è stato il direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus, 48 ore dopo la seconda riunione del Comitato di emergenza per i regolamenti sanitari internazionali dell’Oms sul virus, conosciuto anche come monkeypox. Diffusasi a partire da inizio maggio anche in Italia, la nuova malattia ha già colpito 17mila persone in 74 paesi diversi secondo la stima del Centro Americano per il Controllo e la Prevenzione delle malattie.
In Italia al momento i casi registrati sono alcune decine ma l’epidemia sarebbe destinata a crescere. Ad esprimere preoccupazioni anche i virologi di casa nostra, tra cui Ilaria Capua. «L’infezione da vaiolo delle scimmie è all’inizio di un percorso di diffusione inatteso e preoccupante. È urgente intervenire, perché non andrà via da solo e i casi continuano a crescere», ha affermato a Radio1. La scienziata ha poi aggiunto: «I 16mila casi di Monkeypox virus segnalati nel mondo sono tanti», sottolinea Capua «questo virus bisogna tenerlo sotto controllo e serve una strategia condivisa. Non si può affrontare un’emergenza del genere pensando di gestirsela ognuno a modo suo». Poi una precisazione sulle modalità di diffusione: «Il virus circola nelle popolazioni di roditori, in particolare dell’Africa subsahariana», ma «potremmo avere a breve serbatoi di vaiolo della scimmia anche fra i roditori europei».
Ipotesi vaccino?
A sposare le preoccupazioni di Ilaria Capua anche il virologo Bassetti, il quale già nei giorni scorsi si era espresso sulla situazione. «Con 1.700 casi in un solo giorno nel mondo, l’epidemia di vaiolo delle scimmie ha toccato nelle scorse ore il record di diagnosi. I dati epidemiologici dicono che i casi riguardano prioritariamente una popolazione abbastanza ristretta: maschi, tra i 20 e i 40 anni, che si sono contagiati preferenzialmente per via sessuale o per contatto diretto. È urgente raccomandare la vaccinazione e altri provvedimenti preventivi a queste persone», ha ribadito su Facebook il direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.