Sempre più numerosi in tutta i Italia il fenomeno delle baby gang: gruppi di ragazzini di giovane o giovanissima età che scatenano il panico nelle città a furia di rapine, risse ed altre aggressioni. L’emergenza è chiaramente diventata argomento di campagna elettorale, specie dopo che – negli ultimi giorni – è salito alle cronache nazionali lo scontro tra due baby gang che ganno riferimento a due cantanti trapper (genere molto in voga tra gli under 17).
Sta però facendo discutere la proposta avanzata dal leader della Lega ed ex ministro degli interni Matteo Salvini che, per arginare il fenomeno, ha lanciato l’idea di ritardare il conseguimento della patente per ragazzi e ragazze coinvolti negli episodi di violenze.
“Se ti comporti male, non avrai la patente a 18 anni. Che ne pensate?”, scrive in un tweet il numero uno del Carroccio. Non mancano, proprio sotto il profilo del leghista, commenti ironici e battute sarcastiche. “E niente cellulare dopo le 20”, scrive un utente. O ancora: “Non potranno guidare la macchina, ma la patente del motorino si prende a quattordici anni quindi…”. Mentre un altro fa notare: “Ma che senso ha…si faranno portare da altri o andranno in giro senza patente”. E un altro riflette ancora: “Le baby gang procedono anche a piedi e senza macchina, quindi penso che tutto questo non li toccherà particolarmente”.
Dalla patente in ritardo alla reintroduzione del servizio militare
Com’è chiaro, c’è anche una nutrita schiera di followers di Matteo Salvini che appoggia la sua idea. La maggior parte degli elettori – almeno sui social – sembra però a favore di una misura “punitiva” alternativa alla “patente in ritardo”, vale a dire la reintroduzione della leva obbligatoria.
La leva, introdotta con la nascita del Regno d’Italia nel 1861, è stata obbligatoria fino al 1 gennaio 2005, data in cui l’arruolamento è divenuto esclusivamente su base volontaria e a carattere professionale. Non è la prima volta Salvini torna a proporre il ritorno della leva obbligatoria. Proprio da ministro dell’Interno, Salvini lanciò l’idea di reintrodurre il servizio militare o civile obbligatorio per una durata di sei mesi. Nel 2017, inoltre, fu presentata dal leghista Davide Caparini una proposta di legge alla Camera sul “ripristino del servizio militare e civile obbligatorio in tempo di pace e delega al Governo per la sua attuazione”, sottoscritta anche da esponenti di peso del partito come Giancarlo Giorgetti, Massimiliano Fedriga e Nicola Molteni.