Rincari bollette a Napoli, è una strage d’imprese: chiudono tre ristoranti e due alberghi

Continua a provocare danni il caro bollette. A pagarne le conseguenze sono le attività commerciali. A Napoli sono costrette a chiudere due strutture ricettive e tre ristoranti dell’area vesuviana. A darne notizia è Massimo Di Santis, presidente del gruppo Giovani Confapi di Napoli.

Caro bollette a Napoli, chiudono due alberghi e tre ristoranti

«Il caro bollette ha già fatto le prime vittime nella nostra regione – ha spiegato Di Santis -: due strutture ricettive e tre ristoranti nell’area sud della provincia di Napoli chiuderanno a fine mese perché impossibilitati a pagare bollette che sono arrivate a rincari del 600 per cento». «Ho avuto comunicazione dagli imprenditori – ha specificato – che ottobre sarà l’ultimo mese di lavoro. Perché già a settembre hanno bruciato sostanzialmente tutto l’utile dell’estate appena trascorsa. Per pagare le successive bollette, dicono, dovrebbero indebitarsi. Il gioco, arrivati a questo punto, non vale la candela».

«E la cosa preoccupante è che nelle stesse condizioni si trovano tanti piccoli e medi imprenditori alle prese con il pagamento di utenze che non sono più sostenibili. E’ necessario – ha concluso – che il Governo di prossima nomina attui subito una modifica all’impianto normativo delle politiche energetiche e sganci il costo del gas da quello dell’energia elettrica e che, soprattutto, impedisca manovre speculative ai danni dei cittadini da parte delle multinazionali del settore».

Il precedente

La situazione è critica per molti imprenditori, che provano a resistere sotto i colpi delle bollette quintuplicate. Solo un mese fa c’è stato un altro preoccupante precedente: un imprenditore dell’area nord di Napoli, Ferdinando Fabiano, si era visto costretto a chiudere 2 due suoi 5 supermercati situati tra Volla, Casoria, Cercola e Soccavo per l’impossibilità di fare fronte ai rincari energetici. Con le bollette dell’energia elettrica schizzate da 7mila a 22mila euro, Fabiano ha spiegato di non avere più risorse per tenere aperti due market e alcuni reparti degli altri tre con i consumi alle stelle. A lamentarsi anche Sergio Maione, amministratore delegato del Grande Albergo Vesuvio, che a Repubblica sfoglia le ultime fatture e scuote la testa: «Dai 40 mila euro pagati per l’energia a luglio 2019, siamo passati a 170 mila di quest’ anno».

Ti potrebbe interessare

Torna in alto