Prostitute a 18 anni per comprare abiti firmati e iPhone di ultima generazione. E’ l’inquietante spaccato emerso da un’altra inchiesta della Procura di Roma dopo lo scandalo delle baby-squillo del quartiere Parioli del 2014 che coinvolse anche noti professionisti della città. Questa volta lo scenario è il litorale laziale.
Roma, baby-prostitute per comprare abiti firmati e iPhone
Siamo nei quartieri “bene” di Ostia, Infernetto e Casal Palocco. Tra le mura di una stanza d’albergo un gruppo di ragazze, almeno 4, e appena maggiorenni, di età ricompresa tra i 18 e i 20 anni, si prostituiva con adulti, anche 40enni, al prezzo di 400 euro a prestazione. Soldi facili, con cui le giovanissime acquistavano borse, accessori griffati e telefonini di ultima generazione. La metà dei compensi, però, finiva nelle tasche dell’ex fidanzato di una di loro che aveva il compito di procacciare clienti. Il giovane risulta indagato per sfruttamento della prostituzione.
Secondo quanto riporta il quotidiano la Repubblica, gli incontri con i clienti avvenivano anche in hotel del Centro di Roma per tenersi lontani da occhi indiscreti. Le ragazze avrebbero deciso di avviare da sole questo business, senza costrizioni o condizionamenti psicologici, e all’insaputa dei genitori. La maggior parte dei clienti sono 40enni senza alcuno scrupolo. Gli investigatori hanno passato al setaccio conversazioni Instagram e WhatsApp scambiate con i partner a pagamento per verificare l’eventuale sussistenza di altre figure di reato.
Figlie di famiglie perbene
Le giovanissime coinvolte nel giro di prostituzione sono tutte figlie di famiglie benestanti. Ciò avvalora la pista di un’attività illegale percepita evidentemente come un gioco, uno sfizio, con cui le ragazze si procuravano soldi facili per acquistare oggetti di lusso e rinnovare il proprio guardaroba. A controllare ogni incontro era il manager delle 18enni, ex compagno di classe, che teneva d’occhio le baby-squillo geolocalizzandole gattraverso una App sul cellulare.