Al quarto scrutinio è stato eletto Lorenzo Fontana come Presidente della Camera dei Deputati. L’esponente della Lega ha ottenuto 222 voti, superando il quorum richiesto, pari alla maggioranza assoluta dei voti: ossia 201. La proclamazione è arrivata dal presidente provvisorio dell’Assemblea, Ettore Rosato.
Eletto Presidente della Camera
Azione ha votato per Matteo Richetti che ha raccolto 22 consensi, il Movimento Cinque Stelle ha scelto Cafiero De Raho (che ha ottenuto 52 voti) mentre il Pd ha dato il proprio sostegno a Maria Cecilia Guerra, che ha incassato 77 voti. Compatto invece il centrodestra che ha votato unanime per Fontana.
Appena iniziata la quarta votazione per eleggere il presidente della Camera, i deputati del Pd Rachele Scarpa, Sara Ferrari ed Alessandro Zan hanno esposto un grande striscione con la scritta “No a un presidente omofobo pro Putin”, facendo riferimento a Lorenzo Fontana che era stato dato per favorito. Il presidente provvisorio Ettore Rosato ha poi richiesto l’immediata rimozione.
Chi è Lorenzo Fontana
Classe 1980, Lorenzo Fontana nasce a Verona ed è considerato un ultra conservatore. Ha ricoperto l’incarico di ministro per la famiglia e le disabilità dal 1º giugno 2018 al 10 luglio 2019 e di ministro per gli affari europei dal 10 luglio al 5 settembre 2019 nel governo Conte I. Eurodeputato dal 2009 al 2018, dal 29 marzo fino alla sua nomina da ministro è stato anche vicepresidente della Camera dei deputati.
Nel luglio 2018 Fontana ha chiesto l’abolizione della legge Mancino del 1993, provvedimento emanato per sanzionare gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista, sostenendo che essa si fosse nel tempo “trasformata in una sponda normativa usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano”.
Contrario all’aborto (da lui definito “la prima causa di femminicidio al mondo”), alle unioni civili, poco incline all’immigrazione e all’educazione sessuale pro Lgbt. A proposito di quest’ultimi disse: “Vogliono dominarci e cancellare il nostro popolo”. Riguardo la politica estera, Fontana non ha mai nascosto la sua ammirazione per Vladimir Putin, almeno fino a prima dell’invasione in Ucraina. La Russia, secondo Fontana, è “il riferimento per chi crede in un modello identitario di società”.