Un meccanismo per incentivare i lavoratori con più di 63 anni, con un sistema di sgravi contributivi, ad andare in pensione più tardi, e apporre nuove modifiche al Reddito di Cittadinanza.  Sono queste le novità allo studio del governo Meloni per la prossima legge di Bilancio.

Taglio al Reddito di Cittadinanza e bonus a chi resta al lavoro dopo i 63 anni: cosa cambia

Tra le varie ipotesi sul tavolo, c’è anche quella di introdurre una “web green tax”, ovvero una tassa rivolta a chi effettua consegne a domicilio (e-commerce) con mezzi inquinanti. Ma tutti i dettagli e le modalità di attuazione sono ancora da definire.

La prima mossa del Governo sarà, anzitutto, prorogare alcune misure in scadenza, quindi Ape sociale, Opzione Donna e Quota 102, che permettono a fette ristrette di lavoratori di accedere direttamente alla pensione. Si valuta però anche di trattenere in attività chi ha più di 63 anni attraverso l’incentivo di sgravi contributivi.

Il nuovo Esecutivo starebbe anche valutando la possibilità di estendere la tassa piatta per le partite Iva, la cui soglia potrebbe essere portata a metà strada tra gli attuali 65 mila euro e i 100 mila indicati in particolare dalla Lega. Ma anche potenziare il welfare aziendale e far scendere la tassazione sui premi di produttività. Potrebbe invece essere ampliata, a partire dai prodotti per l’infanzia, il numero dei prodotti che hanno l’aliquota Iva agevolata (5 per cento).

Reddito di Cittadinanza

Tra le novità in campo, come detto, c’è la revisione del reddito di cittadinanza. L’obiettivo del Governo Meloni è quello di evitare che la misura anti-povertà disincentivi i potenziali beneficiari a cercare un impiego. Il reddito sarebbe destinato in via prioritaria a chi non è in grado di svolgere un’attività lavorativa e alle famiglie numerose. Per lo stesso motivo, è stata presa in considerazione una modifica della Naspi, l’attuale indennità di disoccupazione.

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