Il bonus 150 euro potrebbe essere destinato a nuove categorie di lavoratori, come stagisti e tirocinanti. L’8 novembre alla Camera avrà inizio l’esame del disegno di legge per la conversione del precedente decreto approvato dal Governo Draghi per sostenere imprese e famiglie contro caro-energia. È possibile, infatti, che siano apportate delle modifiche, cosa che potrebbe accadere per l’indennità.

Tra le categoria papabili ci sono gli stagisti e tirocinanti, che di solito non hanno diritto a contributi previdenziali, ferie retribuite, maternità, congedi, indennità di malattia, e nessun altro tipo di diritto o tutela. Il problema di fondo potrebbero essere le modalità di riconoscimento del bonus attraverso il datore di lavoro, ma è ancora tutto da definire.

Chi può richiedere il bonus

I lavoratori che hanno diritto al bonus 150 euro sono: lavoratori dipendenti; pensionati; lavoratori autonomi; lavoratori autonomi occasionali; stagionali, a tempo determinato e intermittenti (compresi i lavoratori a tempo determinato del settore agricolo); lavoratori domestici con uno o più rapporti di lavoro in essere alla data di entrata in vigore del “decreto Aiuti-ter”; chi, per il mese di novembre 2022, percepirà l’indennità di disoccupazione Naspi o Discoll; i lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa con contratti attivi alla data di entrata in vigore del “decreto Aiuti”, iscritti alla Gestione separata dell’Inps, non titolari di pensione né iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie; dottorandi e assegnasti di ricerca; percettori nel 2022 dell’indennità di disoccupazione agricola di competenza del 2021; incaricati alle vendite a domicilio, titolari di partita Iva attiva e iscritti alla data di entrata in vigore del “decreto Aiuti-ter” alla Gestione separata.

Chi lo riceverà a novembre

I primi a ricevere i 150 euro in busta paga saranno i pensionati e i lavoratori (pubblici o privati). Quest’ultimi, con retribuzione fino a 1538 euro al mese, riceveranno l’indennità in via automatica nella busta paga, previa dichiarazione di non essere percettori di eventuali prestazioni incompatibili. L’accredito spetta una sola volta, non è cedibile e non costituisce redditi ai fini fiscali e previdenziali.

Ai pensionati viene corrisposto automaticamente dall’INPS e per averlo bisogna esser residenti in Italia, titolari di uno o più trattamenti pensionistici e con reddito personale IRPEF, al netto dei contributi, non superiore a 20 mila euro per l’anno 2021.  I disoccupati e i domestici non devono fare nessuna domanda (verrà effettuato il tutto in automatico), mentre per i dottorandi e gli assegnisti di ricerca sarà valido se non ricevono altri abbuoni e non risultano iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie. Infine, le famiglie con il reddito di cittadinanza riceveranno l’accredito, purché nel nucleo familiare non ci siano beneficiari di ulteriori indennità.

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