C’è chi lo contesta, chi lo elogia, chi lo considera una forma di assistenzialismo e di disincentivo al lavoro, ma c’è anche chi vede nel Reddito di cittadinanza un primo, importante, passo verso un welfare più universalistico. Da destra a sinistra passando per il centro le opinioni sulla misura anti-povertà cambiano, si contraddicono, si rafforzano. E con il Governo Meloni il sussidio è destinato ad una revisione capillare, almeno stando a quanto detto in campagna elettorale. Da un lato, secondo quanto annunciato, dovrebbe essere potenziato ed erogato a categorie più ristrette, come fragili e persone con disabilità; dall’altro, invece, si dovrebbe assistere ad una modifica dei parametri per i cittadini che intendono richiederla.
A traghettare i beneficiari del sussidio economico verso il mondo del lavoro ci avrebbero pensato i navigator (voluti fortemente dal governo M5s-Lega tre anni fa) ossia coloro che sono stati assunti e formati dall’Anpal con l’obiettivo di creare figure intermediarie a sostegno dei Centri per l’Impiego, i cui contratti però non verranno più prorogati, nonostante siano già scaduti il 31 ottobre. E se si guarda ai dati, si scopre che i consulenti del Reddito oggi sono in diminuzione di un terzo, secondo la relazione della Corte dei conti sulla gestione 2020 dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro. Dai 2978 contrattualizzati nel 2019, tre anni dopo sono appena 1870 unità. Un vero e proprio flop per “i padri” della riforma del Reddito di Cittadinanza.
Ma se i navigator sono prossimi all’estinzione, non si può dire lo stesso per i Progetti Utili alla Comunità (Puc), introdotti nel Decreto Legge del 28 gennaio 2019, e messi in campo dai Comuni. Concentrandoci solo sulla provincia di Napoli – la zona in cui si spende di più per il Reddito di Cittadinanza in Italia – e, nella fattispecie sull’area giuglianese, viene fuori un quadro piuttosto variegato. In alcuni Comuni si arranca, in altri invece i Puc si sono rivelati un’opportunità per molti percettori. La nostra redazione ha raccolto dati comune per comune.
Percettori impiegati in progetti di pubblica utilità nell’area giuglianese
Partiamo da Giugliano. Al momento sono 88 i percettori impiegati dal Comune. La terza città della Campania è una di quelle con il più alto numero di beneficiari del sussidio: sono infatti circa 8400. Di questi, 88 stanno svolgendo quest’anno supporto agli uffici comunali, ai servizi cimiteriali, al comando della Polizia Municipale e sono anche inserirti nei progetti relativi all’ambiente; alcuni danno una mano in biblioteca e nei servizi demo-anagrafici mentre altri sono di supporto agli istituti scolastici, principalmente per gestire ingressi e uscite. Il motivo per cui non ne vengono impiegati di più, visto l’elevato numero di beneficiari, spiega l’assessore ai servizi sociali, Pietro Di Girolamo, è l’atavica carenza di dipendenti comunali. Ognuno di loro può avere in carico non più di 10 percettori, che a Giugliano sono impiegati per 6 mesi. Prima di questi 88, lo scorso anno ne furono impiegati 38, sempre in progetti utili alla collettività.
Va meglio a Melito. Dei beneficiari registrati sulla piattaforma Inps sono 150 quelli utilizzati nei progetti Puc, stando a quanto fa sapere il sindaco Luciano Mottola. I nuclei familiari che percepiscono il sussidio sono ben 2200 nel piccolo comune a nord di Napoli, ma non tutti sono presenti sulla piattaforma da dove poter attingere per i Puc. Quelli presenti sono tutti cooptati in progetti di pubblica utilità, come spazzamento delle strade e pulizia aiuole, sorveglianza all’esterno delle scuole e supporto agli uffici comunali.
A Mugnano, invece, i beneficiari della misura anti-povertà sono 882, con un’età media di 40 anni. Attualmente, nel comune a Nord di Napoli, sono 42 i percettori inseriti nei progetti Puc entrati, peraltro, in funzione quest’anno. Ne sono due: il primo riguarda la sorveglianza all’esterno delle scuole, che si svolge sotto la supervisione della Polizia Municipale. Il secondo, invece, attiene al controllo del mercatino rionale di via Vittorio. Altri due progetti sono in fase di elaborazione e dovrebbero essere realizzati entro il 2022: riguarderanno il controllo degli accessi alla casa comunale e l’assistenza a persone con disabilità, anche presso abitazioni private, insieme al personale sanitario. “I progetti utili alla collettività stanno funzionando. Quest’anno abbiamo trovato le risorse e approvato il bilancio a luglio. E finalmente siamo partiti a settembre”, ha commentato Vincenzo Massarelli, assessore comunale alle Politiche Sociali. “Abbiamo trovato persone convinte e motivate. Felici di non stare con le mani in tasca”, ha aggiunto Massarelli.
Difficile, invece, fare una stima precisa sul numero dei percettori presenti nel Comune di Sant’Antimo. Al momento nella Piattaforma Gepi, ci sono circa 2500 nominativi, tra questi però ci sono nuove domande ma anche revocate o scadute. “Nel nostro Comune sono stati impegnati a tutt’oggi circa 261 cittadini beneficiari del Reddito di Cittadinanza, tra quelli di competenza comunale e del Centro per l’Impiego, nei Progetti di Utilità Collettiva”, fanno sapere dal Comune di Sant’Antimo. Al momento i Puc attivi sono quelli di Infopoint – nei quali sono coinvolti 20 cittadini – presso la casa Comunale con il compito di svolgere attività di Front-office, con accoglienza utenza e richieste, assistenza informativa e di orientamento e attività di Back-office. Nel progetto “Ambiente Bene Comune”, sono stati inseriti 50 percettori del Reddito presso la Casa Comunale, il Cimitero e la Villa del Rio, con attività di vigilanza e pulizia delle aree verdi, in supporto agli addetti degli uffici comunale. Infine, in “Scuole più Sicure” si contano 40 beneficiari del sussidio economico impiegati presso le Scuole primarie e secondarie di primo grado presenti sul territorio, che svolgono attività di controllo e assistenza all’entrata e all’uscita degli istituti scolastici.
Ad Aversa, comune del Casertano che confina con l’area giuglianese, i cittadini che ricevono il Reddito di Cittadinanza sono 2.114 su 2863 domande presentate. Dunque il tasso di accoglimento si aggira attorno al 74%. Al momento nessuno dei percettori è impegnato nei progetti di pubblica utilità. Secondo quanto dichiarato dal sindaco della città normanna, Alfonso Golia, ci sono 10 progetti approvati che permetteranno l’impiego di circa 100 beneficiari della misura anti-povertà. Anche in questo caso le attività privilegiate riguarderebbero l’ambiente, il verde pubblico, il decoro urbano, la sicurezza stradale, lo sport, la cultura, i beni comuni e la memoria della città. Ogni percettore lavorerà da un minimo di 8 ore ad un massimo di 16 a settimana.
A Qualiano sono in tutto 1426 i percettori di reddito, uno dei numeri più alti d’Italia in proporzione al numero di abitanti. Di questi, solo 60 sono impiegati dal Comune per servizi scolastici e di spazzamento strade. I costi per il loro impiego, come ci ha spiegato il sindaco Raffaele De Leonardiis, sono alti e sono quasi integralmente a carico delle casse municipali. I 60 percettori al servizio del Comune infatti sono costati circa 100mila euro per la copertura della responsabilità civile, l’Inail e l’acquisto di dispositivi di sicurezza e altre attrezzature necessarie all’espletamento delle mansioni assegnate. Un esborso difficile da sostenere che impedisce di includere tutti gli altri percettori rimasti esclusi dal Puc senza l’aiuto dello Stato centrale.
A Calvizzano, il più piccolo dei comuni dell’Area nord di Napoli, sono presenti 441 beneficiari del reddito. Con una delibera di giunta del 2020, l’amministrazione Pirozzi ha avviato ai Puc 33 percettori. Dopo le modifiche alla legge di bilancio del 2021 il numero è salito a 160. Sono dislocati in attività e progetti di vigilanza, sorveglianza scolastici, custodia di strutture comunali, manutenzione del verde, pulizia di edifici pubblici. Il Comune si è così adattato alla normativa nazionale sul RdC, che prevede l’obbligo da parte dei Comuni di avviare al lavoro un terzo del numero totale dei percettori residenti nel territorio.
Quanti sono i percettori in Campania
È la Regione Campania ad essere quella che ha raccolto più domande in assoluto, ben 251.756 nel 2022, un numero in crescita rispetto a quello dello scorso anno quando i nuclei richiedenti erano 227.183, secondo l’Osservatorio su Reddito e Pensione di Cittadinanza con i dati aggiornati al 13 ottobre 2022. E quelli che hanno ricevuto almeno una mensilità sono 830.693 nuclei familiari, per un importo medio di 644.74 euro al mese. Se poi si guarda alla sola provincia di Napoli, si scopre che 157.373 domande provengono da lì.
Solo quest’anno le domande presentate all’Inps sono state, complessivamente, 1.206.365 in Italia. Le famiglie più povere abitano nel Mezzogiorno, nel 2022 coloro i quali hanno richiesto il Reddito di Cittadinanza sono stati 742.203 a fronte dei 271.797 al Nord e dei 192.365 al Centro. Il divario tra Nord e Sud passa anche per il welfare state del nostro Paese.
Hanno collaborato Marco Aragno, Raffaele Castellone, Silvia D’Angelo, Maria Rosaria Ferrara