Neonazisti, suprematisti bianchi e negazionisti No vax: erano tra gli estremisti, arrestati questa mattina dalla Polizia di Stato e dalla Digos, che facevano parte dell”Ordine di Hagal”, un’associazione finita al centro di un’indagine nel 2021.
Rete neonazista nel Napoletano: arresti e perquisizioni
I quattro indagati, secondo le indagini, avrebbero compiuto attività di propaganda “delle idee fondate sulla superiorità e sull’odio razziale ed etnico e di istigazione a commettere atti di discriminazione e di violenza per motivi razziali, fondati sulla apologia della Shoah”.
A finire in manette, scrive Repubblica, sono: Maurizio Ammendola, 42 anni, di Maddaloni in provincia di Caserta, ideatore e fondatore dell’associazione Ordine di Hagal; Michele Rinaldi, 47 anni, residente in provincia di Avellino, vicepresidente e gestore del canale Telegram dell’Ordine, denominato “Protocollo 4”; Massimiliano Mariano, 46enne di Castellammare di Stabia e Giampiero Testa, 25enne di Marigliano.
Cos’è l’Ordine di Hagal
L’“Ordine di Hagal”, con sede a Marigliano, in provincia di Napoli, era strutturato in maniera verticistica. L’associazione neonazista era poi solita utilizzare i social media, soprattutto Facebook, per istigare i sodali a delinquere e a compiere atti eversivi violenti. In particolare, come si legge nella nota stampa della Questura, il gruppo criminale aveva “finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico, diretta e idonea a sovvertire violentemente gli ordinamenti economici e sociali nonché quello politico e giuridico dello Stato, avente carattere e finalità neonazista, suprematista e di discriminazione razziale, etnica, e religiosa”.
C’è anche un quinto indagato. Quest’ultimo è stato sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a Roma poiché, “attraverso Facebook diffondeva e propagandava materiali, testi e video nel web […] di ideali neonazisti e suprematisti fondanti in tutto o in parte sulla discriminazione per motivi razziali nonché sulla negazione, sulla minimizzazione in modo grave o sull’apologia della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra”, si legge anche ancora nel documento.
Contatti con gruppi nazionalisti ucraini
L’Ordine di Hagal aveva perfino contatti diretti e frequenti con formazioni ultranazionaliste ucraine: “Battaglione Azov”, “Pravi Sector”, “Centuria”, verosimilmente in vista di possibili reclutamenti nelle fila dei gruppi combattenti. Inoltre, i componenti dell’associazione erano in costante attività di addestramento paramilitare, anche frequentando, all’estero, corsi di addestramento al combattimento corpo a corpo e all’utilizzo di armi da fuoco, sia corte sia lunghe.
Le perquisizioni
Sono state eseguite anche 26 perquisizioni personali, domiciliari ed informatiche, nelle province di Napoli, Avellino, Caserta, Milano, Torino, Palermo, Ragusa, Treviso, Verona, Salerno, Potenza, Cosenza, Crotone, nei confronti di altre persone, alcune indagate, poiché in contatto con le persone arrestate attraverso i social ed i canali dedicati nel complesso circuito nazionale neonazista.