“Al momento, per fortuna, non sono stati trovati cadaveri. Siamo in contatto con tutte le forze in campo e per il momento non ci sono morti”, così i Carabinieri in una nota diffusa poco fa ai media locali e nazionali, aggiornando sulla situazione a Ischia, dove una frana ha travolto abitazioni e auto, provocando danni ingenti.
Frana a Ischia, salvata una famiglia. I Carabinieri: “Non ci sono morti”
A dichiarare la possibile presenza di vittime era stato Matteo Salvini, ministro dell’Infrastrutture e Trasporti, nel corso dell’inaugurazione della nuova metropolitana M4 di Milano: “Sono otto i morti accertati per la frana a Ischia. Ci sono i soccorritori che lavorano in condizioni difficili. Se è curato e protetto questo è il Paese più bello del mondo”, aveva detto ai giornalisti.
Intanto, scende il numero dei dispersi che da 13 passa a 9. È stata infatti tratta in salvo la famiglia composta da tre persone, marito con moglie e un neonato. Non si hanno notizie di una 25enne straniera residente in una delle abitazioni che sono state travolte dal fango. Inoltre, un uomo di circa 60 anni è stato trasportato in codice rosso all’ospedale Rizzoli di Ischia: è rimasto travolto dalla frana in piazza Maio.
Un altro uomo è stato travolto dal fango e salvato dai soccorritori: è cosciente e non presenta particolari ferite. La zona più colpita è la parte alta di Casamicciola Terme: in quest’area i vigili del fuoco e gli uomini della Protezione Civile stanno scavando alla ricerca di dispersi. Sono due le case che sono state completamente travolte dal fango in via Celario. Ma quasi tutti i residenti della zona sono rimasti bloccati nelle abitazioni e senza corrente elettrica. Case allagate ai primi piani, fango nelle strade, numerose segnalazioni per interventi delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco. Un gruppo di persone è rimasto bloccato all’interno dell’hotel Terme Manzi.
Ordinanza di emergenza
I sindaci dei sei comuni dell’isola – Barano, Casamicciola, Forio, Ischia, Lacco Ameno e Serrara Fontana – hanno firmato una ordinanza nella quale chiedono “di evitare al massimo gli spostamenti» anche per motivi di lavoro sia per l’incolumità personale che per “evitare di intralciare le operazioni di soccorso”.