Giugliano. Un clima pesantissimo fatto “di intimidazioni e minacce” a seguito del tesseramento. Un “agire polito contiguo, compromesso con un diffuso tessuto criminale”. Parole dure, durissime, quelle che usa Peppe Russo, l’ormai ex commissario PD di Giugliano in una lettera inviata al vice Lorenzo Guerini, ad Assunta Tartaglione e a Venanzio Carpentieri per raccontare la situazione dei democrat a Giugliano.
Una lettera ricca di accuse, la sua, che, così come riporta il Corriere del Mezzogiorno, non risparmia bordate all’indirizzo di persone precise. Scrive di un “ricorso contro di lui sottoscritto anche da un soggetto arrestato giorni dopo per reati contro il patrimonio”, di “file ignate e svogliate di quanti, animati da tal assessore Mauriello, venivano incentivati a iscriversi e poi registrati in strada…una scena da caporalato”, per poi puntare il dito contro il consigliere di maggioranza Francesco Iovinella, che “chiedeva ad amici e parenti di iscriversi al PD, anche se era lo stesso che mesi prima arringava contro il PD.”
Dal particolare al generale. Il quadro a tinte fosche che tratteggia Peppe Russo riguarda l’intera città di Giugliano. Una delle priorità è “liberare Giugliano dalla palude di un agire politico opaco e contiguo, quando non compromesso con un forte e diffuso tessuto criminale”, scrive sempre nella missiva. Dunque ancora il fantasma della camorra evocato dall’ex segretario quando si parla di politica giuglianese. Una politica che risulterebbe ancora contigua, se non addirittura collusa. Quanto basta, per lo meno, per indurre i vertici nazionali del PD a ritardare il congresso e a prolungare il commissariamento del più grande partito della terza città della Campania.