Durante le festività natalizie si registra da sempre un’escalation di furti in casa, truffe e rapine. Questa volta i malviventi si sono ingegnati travestendosi da carabinieri per entrare negli appartamenti ed agire indisturbati. E’ successo a Napoli, nella centralissima via Toledo. La vittima è un imprenditore del posto.
Napoli, finti carabinieri in casa: imprenditore sequestrato
Secondo quanto ricostruito, un gruppo di finti militari dell’Arma sono introdotti nell’appartamento minacciando il proprietario con una pistola. Hanno inscenato una perquisizione per razziare oggetti preziosi e danaro. Successivamente hanno convinto la vittima a salire in auto “per accompagnarla in caserma per ulteriori accertamenti”. Infine hanno abbandonato l’imprenditore nella zona del cimitero di Poggioreale. Solo a quel punto l’uomo si è reso conto di essere stato vittima di un raggiro.
La nota dei carabinieri e il post di Borrelli
Sull’accaduto sono stati tempestivamente informati gli stessi carabinieri. Gli uomini della Benemerita ci tengono a precisare che il malcapitato è stato fatto salire su un’auto civile e non dell’arma e che i rapinatori non indossavano divise istituzionali, ma solamente pettorine con la scritta “carabinieri”. La vicenda ha suscitato subito scalpore ed è circolata sui social. Ad accendere i riflettori sull’allarme furti in casa anche il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli.
“A Napoli si aggira una banda di finti carabinieri – scrive su Facebook Borrelli -. Un noto imprenditore di via Toledo, nella notte fra giovedì e venerdì, è rimasto vittima di questi banditi. Con addosso la divisa dell’Arma si sono presentati nell’abitazione con la scusa di una perquisizione. Hanno prelevato una collezione di orologi di valore e hanno letteralmente sequestrato la vittima, minacciandolo con una pistola, rilasciandolo poco dopo in una campagna a pochi passi dal cimitero di Poggioreale». Una vicenda sulla quale si indaga per risalire ai colpevoli prima che possano compiere altri reati del genere”.
Come riconoscere i carabinieri veri da quelli finti
Non è sufficiente indossare una pettorina per identificare i carabinieri. Prima di tutto è utile sapere che è molto raro che i carabinieri si presentino in borghese alla porta di casa. E comunque nelle vicinanze ci deve sempre essere un’auto con personale in uniforme. E’ importante quindi verificare sempre l’identità di ogni sconosciuto che suoni alla porta, telefonando subito al 112. E’ importante inoltre chiedere ai militari che agiscono in borghese un tesserino di riconoscimento che identifichi il militare, sottufficiale o ufficiale che sta partecipando alla perquisizione.
Occorre sempre un mandato?
I carabinieri – ma anche la Polizia e le altre forze dell’ordine – possono violare il domicilio soltanto se muniti di un mandato di perquisizione motivato emesso dalla Procura. Solo in questo caso i militari dell’Arma possono entrare in un’abitazione per eseguire un’ispezione, una perquisizione, oppure un sequestro. Ma è sempre così? Il mandato è sempre indispensabile? Qualora la risposta fosse negativa, in quali casi i carabinieri possono entrare in casa senza mandato? L’articolo 14 della Costituzione Italiana stabilisce chiaramente: “Il domicilio è inviolabile. Non vi si possono eseguire ispezioni o perquisizioni o sequestri, se non nei casi e nei modi stabiliti dalla legge secondo le garanzie prescritte per la tutela della libertà personale“.
Tuttavia, in alcune ipotesi particolari è possibile entrare senza l’obbligo di un mandato. Tali casi sono stabiliti espressamente dalla legge. Ciò avviene quando il soggetto è in flagranza di reato; la persona è evasa; si è in presenza di un’ordinanza di custodia cautelare da eseguire; si sospetta un traffico di sostanze stupefacenti. Questa ipotesi include solo il reato di spaccio, non la detenzione per uso personale di sostanze psicotrope; si accerta la presenza di armi ed esplosivi; nel corso di operazioni volte a sgominare associazioni mafiose. Nei soli casi tassativi ivi descritti, l’autorità è autorizzata ad entrare in un’abitazione privata. I carabinieri però sono obbligati a chiedere al giudice un’autorizzazione ex post per la convalida della perquisizione. Tale autorizzazione deve essere redatta in maniera tempestiva e sarà convalidata (o meno) dal giudice nelle 48 ore successive.
Il precedente
Un episodio simile si è verificato nel luglio del 2021 a Marano, in provincia di Napoli, quando un gruppo di malviventi, con finte pettorine e palette segnaletiche, fece irruzione all’interno di un cittadino per portare via 70mila euro. I finti militari in quel caso furono arrestati dagli uomini della Squadra Mobile di Napoli dopo indagini condotte a stretto giro.