Marano, canoni idrici: il grande scandalo. Parchi, condomini e negozi non in regola

Inefficienze, sprechi, ingiustizie. Uno dei problemi endemici del Comune di Marano, al pari della questione delle case popolari, riguarda il numero impressionante di evasori (parziali o totali) dei canoni idrici. A poco o nulla è servita la lotta annunciata dall’Ente durante la gestione commissariale, quando ad alcune famiglie – per la prima volta nella storia della città – venne staccata la fornitura di acqua potabile. Qualcuno (pochi in verità) regolarizzò la sua posizione, molti altri invece fecero leva su un escamotage previsto proprio dal regolamento comunale idrico, che imponeva lo stop alle procedure per il distacco a quei condomini che avessero presentato un certificato di invalidità superiore al 74 per cento. Molte operazioni furono così interrotte in extremis e da allora quasi nulla è cambiato.

I dati. Stessa musica per le utenze mai censite (dalle 3 mila alle 5 mila secondo alcuni studi) e per le “defaillance” della rete idrica comunale, le cui perdite sono stimate intorno al 30 per cento. Si tratta di problematiche che da troppi anni gravano sui bilanci del Comune e, di conseguenza, sulla collettività. L’Ente acquista ogni anno circa 10 milioni di litri d’acqua ma ne fattura poco più di 3 milioni. Il costo degli altri 6-7 milioni viene, in pratica, spalmato sul resto dei contribuenti, dai 15 ai 16 mila mila secondo i dati forniti dall’ufficio Tributi. Di queste e altre problematiche connesse alla gestione della rete idrica, in attesa che si delineino nuove ed efficaci strategie per “sollecitare” gli evasori e scovare gli utenti mai censiti, se ne discuterà nel prossimo Consiglio comunale per effetto di una mozione consiliare presentata dai consiglieri Marco Tagliaferri, Michele Palladino e Pasquale Coppola e nella sede dell’associazione Più, con un dibattito dal titolo più che mai eloquente: “Un mare di sprechi”.
La lista dei grandi evasori. Nella black list del Comune (dati aggiornati ai mesi scorsi) figurano numerosi parchi e attività commerciali. Parco “Di Maro”, “Federica”, “Neola”, “De Gar”, “Galleria 2000”, “Poggio delle rose”, parco “Le magnolie”, parco “Primavera”, parco “Gelsomini”, parco “Orchidea”, parco “Alberto”, parco “Azzurro”, parco dei “Gerani”, parco “Smeraldo”, parco “Gaio”, parco delle “Mimose”, parco “Gallo”, parco “Sorriso”, parco “Marina”, parco “Iole”, parco “Comfort”, parco “Il ciliegio”, parco “Le palme”, parco “Antonia”, palazzo “Mercadante”, palazzo “Aurora” e parco “Raffaella”. Questi gli esempi più eclatanti, per un ammanco totale di oltre 1 milione di euro.

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