“La Madonna della pace ci deve fare la grazia”. Sono le parole di Valentina, ucraina residente a Giugliano, che ha preso parte al progetto “Community building city” presentato a Palazzo Palumbo nel corso del Festival delle culture. Un progetto del Comune di Giugliano con la cooperativa Shannara durato due anni che ha migliorato i servizi offerti ai cittadini stranieri da parte degli enti pubblici grazie al fondo FAMI del Ministero dell’Interno.
A Giugliano sono 6569 i cittadini stranieri residenti. Una comunità pari al 5% della popolazione che, grazie anche a questo progetto, ha visto facilitato il processo di integrazione e inclusione. Prima erano solo 4 le persone prese in carico dai servizi sociali, ora sono più di 200. Non solo, da oggi il Comune avrà a propria disposizione un portale su misura per gli immigrati che permetterà ai funzionari dell’amministrazione comunale di avere a disposizione tutte le informazioni burocratiche in quattro lingue. Attiva anche la consulta dei migranti per creare nuovi spazi di democrazia partecipata.
La giornata di oggi a Palazzo Palumbo è stata caratterizzata da tre momenti. Uno fatto di due panel a cui hanno preso parte istituzioni e mediatori culturali, un altro che ha visto protagonisti i bambini che hanno svolto, durante la mattinata, un laboratorio musicale e infine la human library dove delle persone, come se fossero libri, hanno raccontato le loro storie di vita, di riscatto, di integrazione.
A prendere parte al progetto sono stati cittadini di tutte le nazionalità, dagli ucraini agli africani passando per pakistani che hanno raccontato le loro storie e come, grazie al progetto, il Comune non è stato per loro un luogo ostile ma un punto accogliente che ha compreso le loro esigenze e risolto le problematiche, che siano state burocratiche, sanitarie o semplicemente di integrazione nel tessuto sociale. All’interno degli uffici del Comune in questi due anni ci sono stati mediatori culturali, vero motore del progetto, che hanno fatto da facilitatori per chiunque si rivolgesse all’ente risolvendo questioni complesse di accesso ai servizi o anche per una semplice carta d’identità, permesso di soggiorno o per un aiuto ai servizi sociali. Questo processo non ha fatto altro che agevolare la loro integrazione in città al punto che, come ha spiegato un video, e come hanno detto alcuni dei partecipanti, “Giuglianesi si nasce ma si diventa anche”. “Siamo stati un grande rinforzo per il Comune – dice Anna Schettini, presidente della cooperativa Shannara -. Finito il progetto lasceremo una piattaforma a disposizione dei servizi sociali del Comune, così che sarà più semplice comunicare con gli stranieri perché abbiamo tradotto in 4 lingue le domande e le risposte sulle principali richieste che arrivano ai dipendenti pubblici”.
Il progetto si è rivelato di grande utilità per il Comune di Giugliano che è da anni sotto organico. Con questa partnership i mediatori hanno affiancato i dipendenti comunali, alleggerendo il loro carico ma soprattutto dando risposte veloci e adeguate agli stranieri che si rivolgevano ai vari settori. “Il processo di integrazione è sicuramente lungo – spiega il sindaco di Giugliano, Nicola Pirozzi -, ma questo progetto ha già lasciato tanto visto che anche i dipendenti hanno appreso alcune tecniche necessarie per approcciare con i cittadini stranieri presenti sul nostro territorio”.
Il progetto è stato realizzato grazie al Fondo asilo, migrazione e integrazione (FAMI) 2014- 2020 Obiettivo Specifico 2. Integrazione/Migrazione legale – Obiettivo Nazionale: ON 3 – Capacity Building – Lett j) Governance dei servizi – Supporto agli Enti locali Cod. PROG. 3114. “Costruire una società interculturale, come ormai è il nostro paese, è una scelta di futuro che non si può mettere in discussione ma che stupidamente è stata utilizzata per acquisizioni di consenso ma che non fa bene alle nostre comunità – commenta l’assessore regionale Mario Morcone presente all’iniziativa -. A Giugliano hanno compreso come l’unica strada possibile è lavorare all’inclusione di queste persone perché siano una leva dello sviluppo del nostro Paese”.