Omicidio di camorra a Napoli, caso risolto con l’aiuto di una cartomante

Fu ucciso per un ammanco di cassa da 100 milioni delle vecchie lire. E’ stato risolto a distanza di più di 20 anni l’omicidio di Salvatore Lausi, affiliato al clan Mazzarella, trucidato a colpi di pistola il 6 ottobre del 2002. Destinatari di tre ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Napoli sia i mandanti che gli esecutori. Si tratta di Michele Mazzarella, 45 anni. Vincenzo Mazzarella, 74 anni, e Salvatore Barile, 39 anni.

Napoli. Ammanco di cassa, Lausi ucciso su ordine del clan

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti attraverso attività di intercettazione e dichiarazioni di collaboratori di giustizia, Lausi fu ucciso per un’epurazione interna al clan. La vittima, incaricata della riscossione delle estorsioni nei quartieri Forcella, Maddalena e Sanità, fu responsabile di un ammanco di cassa di 100 milioni di lire dai forzieri dell’organizzazione criminale. Era tra l’altro sospettato di avere rapporti stretti con il boss della Sanità Giuseppe Misso, all’epoca in contrasto con i Mazzarella. 

Il ruolo della cartomante

Il caso – come spiega Il Mattino – sarebbe stato risolto anche grazie a una cartomante alla quale la sorella della vittima si sarebbe rivolta per capire le ragioni dell’omicidio. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli riescono a intercettare la conversazione. “E’ sparita una cassetta sana, 100 milioni”, spiega la donna riferendosi una cassa carica di contanti di cui non si ha più traccia. La cartomante, quando apprende dell’entità della cifra, rimane attonita: “100 milioni?… tua mamma nientemeno tiene 100 milioni in casa…”. La sorella di Lausi cerca di spiegarsi, finché la cartomante le rivela: “Tesò (tesoro) io qua vedo la mano di un uomo però.. e una grande falsità…”.

L’uomo a cui si riferiva la sedicente indovina sarebbe proprio Salvatore Lausi, che avrebbe sottratto quella somma in contanti al clan Mazzarella. Solo lui poteva sapere dove si nascondeva la cassetta in casa. La cartomante avrebbe dunque indirizzato la sorella sulla pista del furto dei soldi ad opera del fratello. Una ricostruzione che i carabinieri hanno potuto confermare, collegando l’omicidio con la sparizione dei 100 milioni. A distanza di 20 anni il retroscena sulla morte dell’esattore del clan Mazzarella sembra trovare la parola fine.

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