“Mixed by Erry”, così è nato a Napoli l’impero delle cassette contraffatte

Centottanta milioni di cassette, cinquemila lire ognuna, sono state prodotte nei laboratori di “Mixed by Erry” e vendute in tutta Italia e oltre i confini nostrani. Partiamo da questi numeri per spiegare la storia e l’impero di Enrico Frattasio, re della pirateria musicale. Su di lui è stato realizzato un film dal regista Sydney Sibilia che ne ha raccontato gli esordi, l’ascesa e la caduta di Erry.

Mixed by Erry, così è nato a Napoli l’impero delle cassette contraffatte

Siamo a Forcella, quartiere di Napoli. Anni ’90. Enrico Frattasio sogna di fare il dj fin da quando era bambino, così da ragazzino comincia a proporsi ai locali con la speranza che qualcuno lo faccia suonare. Le sue aspettative, però, si scontrano con la realtà: non c’è posto per uno come lui, così gli consigliano di tenersi stretto il suo lavoro. Come tutti i giovani di Napoli Erry si arrangia come può: fa le pulizie in un negozio di elettrodomestici e, nel tempo libero, realizza cassette per amici e conoscenti.

“La dimensione per un ascolto più pulito”, il celebre slogan che diventerà firma inconfondibile delle cassette di Enrico Frattanto e dei suoi fratelli, ancora non esiste. Ma la svolta arriva quando le richieste nel quartiere cominciano a farsi più insistenti e a moltiplicarsi giorno dopo giorno. Le canzoni maggiormente riprodotte sono principalmente le hit di quegli anni, dal pop al rock passando anche per la musica neomelodica, e perfino quelle in gara a Sanremo.

I suoi nastri, marchiati “Mixed by Erry”, sono dappertutto. In quasi tutte le case napoletane. Per poi travalicare i confini campani, italiani e diventare un nuovo export, sebbene illegale, verso alcuni Paesi Ue ed extra Ue.

La sua abilità verso la tecnologia e la musica gli consente di aprire un negozio suo, nel quale vende album, 33 giri, cd e naturalmente cassette contraffatte. Il business nel frattempo cresce e ad aiutare Enrico nella produzione e negli affari ci sono i suoi fratelli. Non tutti, però, verranno coinvolti: il più piccolo e la sorella non ne prenderanno mai parte, mantenendo sempre una certa distanza dal fenomeno della pirateria.

Chi invece la osserverà con attenzione, al punto da sfruttarne a proprio vantaggio, sono i clan locali che di fatto obbligano le produzioni illegali a versare una parte dei proventi per poter operare nei territori sotto controllo dei cartelli criminali.

Nel 1997 i fratelli Frattasio vengono arrestati con un’ordinanza cautelare emessa dalla Dda di Napoli. Quattro anni più tardi sarà condannato a 4 anni e sei mesi di reclusione per associazione a delinquere e violazione della legge sul diritto d’autore assieme ai fratelli Angelo, Giuseppe e Claudio e al padre Pasquale. Dal caso Frattasio nascerà per la prima volta la Fpm, la federazione contro la pirateria musicale.

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