Sant’Antimo, guerra della droga dietro l’omicidio Bortone: i nomi dei fermati

Sono i principali sospettati per l’omicidio di Antonio Bortone, l’uomo freddato in via Solimene a Sant’Antimo a colpi di pistola lo scorso 8 marzo. A finire in manette nel blitz di ieri messo a segno dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna Michele Cleter, 33enne di Scampia, Fabio Cuomo, 31enne di Orta di Atella, Michele Landolfi e Gaetano Landolfi di Sant’Antimo. Devono rispondere di omicidio e tentato omicidio aggravato dalle modalità mafiose.

Sant’Antimo, arrestati dopo 20 giorni i presunti killer di Antonio Bortone

Gli investigatori hanno stretto subito il cerchio intorno ai quattro soggetti immediatamente dopo l’omicidio di Bortone, grazie alle intercettazioni e alle immagini delle telecamere di videosorveglianza del posto. Nel corso dell’agguato rimase gravemente ferito anche Mario d’Isidoro, commerciante, “miracolato” da un borsello a tracolla che ha deviato la traiettoria di alcuni proiettili esplosi anche contro di lui. D’Isidoro, dopo un breve ricovero all’ospedale Moscati di Aversa, è stato attualmente dimesso. Bortone invece è morto sul colpo.

La pista che porta a Scampia

All’origine del raid armato ai danni di Bortone e del commerciante ci sarebbe la guerra tutta interna al comune di Sant’Antimo per il controllo delle piazze di spaccio, attualmente sotto l’egida del clan Ranucci. Sul duplice agguato per gli investigatori si allunga anche l’ombra ingombrante del clan Abbinante di Scampia, una pista che trae origine dal quartiere di provenienza di uno degli arrestati, Michele Cleter, alias ‘o giò, 33enne di Scampia ritenuto vicino al potente cartello criminale del quartiere nord di Napoli.

Lui, come gli altri tre indagati, dopo l’omicidio hanno abbandonato le rispettive abitazioni temendo ritorsioni del clan Ranucci. D’Isidoro, infatti, avrebbe riconosciuto – come testimoniato dalle intercettazioni – i propri killer al momento dell’agguato.

 

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