Il Prefetto Claudio Palomba ha sospeso il sindaco Luciano Mottola, il presidente del consiglio Rocco Marrone e i consiglieri arrestati a Melito. Ora dunque tocca al vicesindaco Marco Ponticello svolgere le funzioni di primo cittadino. Ponticiello oggi a Repubblica sostiene di “non avere dubbi sull’onestà del sindaco e del presidente del consiglio comunale. Sono persone totalmente estranee a questi ambienti malavitosi” ha dichiarato.
Arresti a Melito: sospesi dall’incarico sindaco, presidente e due consiglieri
Ad avallare questa tesi, Ponticello ribadisce che ci sarebbero le denunce che Mottola aveva fatto in questi anni. In realtà, secondo quanto emerge dall’ordinanza che ha portato all’arresto del primo cittadino e degli altri esponenti politici e soggetti vicini al clan Amato Pagano, quella di presentarsi come sindaco anticamorra sarebbe proprio una strategia come rivela Emilio Rostan, padre della già deputata Michela.
Una strategia perché la coalizione di Nunzio Marrone, l’altro candidato sindaco, secondo quanto emerge dalle intercettazioni, sarebbe stata sostenuta dal clan al primo turno. Clan che poi al ballottaggio avrebbe secondo gli inquirenti portato voti a Mottola. Tutto per non far eleggere Dominique Pellecchia che, come riportato nell’ordinanza, dicono gli indagati “non scende a patti con nessuno e farebbe aumentare i controlli delle forze dell’ordine”. Politicamente circola anche l’ipotesi di dimissioni di massa ma si attendono gli interrogatori di garanzia per gli arrestati.
Molti dei dettagli che hanno consentito l’arresto di politici ed esponenti camorristici sono emersi dalle intercettazioni e dall’utilizzo di un troyan per Emilio Rostan che sarebbe stato secondo gli inquirenti proprio il promotore dell’accordo con la cosca. A confermare l’ingerenza poi ci sarebbero nelle carte dell’ordinanza i risultati elettorali del ballottaggio: nel rione 219 Mottola ha ricevuto più del triplo dei voti di Pellecchia che, nonostante gli accordi con il clan, perderà solo per 387 voti.