Conservatorio San Pietro a Majella: “La Zingara” di Donizetti rivive con il progetto O.S.P.A.M

Un innovativo percorso didattico per la riscoperta dell’opera che segnò il debutto napoletano di Donizetti: venerdì 28 e sabato 29 aprile il Conservatorio San Pietro a Majella presenterà un’inedita messinscena de “La zingara”, opera semiseria del compositore bergamasco che l’Istituto ha deciso di rilanciare con una produzione ex novo che inaugura il progetto “Officina San Pietro a Majella” (OSPaM).

Conservatorio San Pietro a Majella: “La Zingara” di Donizetti rivive con il progetto O.S.P.A.M

Ospitate nella Sala Scarlatti, le due rappresentazioni vedranno la partecipazione di maestri e allievi del Conservatorio sotto la direzione di Francesco Ivan Ciampa con la regia di Maria Luisa Bigai. Nelle vesti di orchestrali, coristi, cantanti e attori, saranno più di 80 gli interpreti in scena. “Restituiamo al presente uno dei tanti capolavori custoditi nella nostra Biblioteca grazie al lavoro sinergico di tutti i dipartimenti del Conservatorio, coinvolti con un approccio multidisciplinare d’avanguardia che combina, in un unico luogo, saperi e competenze differenti” ha dichiarato il presidente del Conservatorio, Luigi Carbone “Il progetto Officina San Pietro a Majella è nato per valorizzare il nostro patrimonio documentale e, allo stesso tempo, per adeguare sempre di più la nostra offerta formativa alle nuove esigenze del mercato musicale, declinandola in una prospettiva di alta specializzazione.” Paradigma del format progettuale OSPaM, il nuovo adattamento de “La zingara” ha preso il via dall’analisi del cospicuo fondo di documenti donizettiani conservato a San Pietro a Majella. In particolare, sono stati oggetto di ricerca gli unici due manoscritti completi della partitura, il libretto a stampa della prima rappresentazione e un raro copione, anch’esso manoscritto. La digitalizzazione di una delle due partiture originali, quella che si ritiene utilizzata nella prima rappresentazione al Teatro Nuovo nel 1822, ne ha consentito la lettura critica e la successiva trascrizione per orchestra moderna, orientando così l’organizzazione di stage e laboratori finalizzati alla preparazione degli interpreti che si esibiranno il 28 e 29 aprile.

La possibilità di consultazione diretta delle fonti, ritenute le più importanti dell’opera, è stata poi determinante anche per il trattamento del testo. La stesura originale dell’abate Andrea Leone Tottola è stata adattata a standard di fruizione contemporanei: non una parola è stata aggiunta al testo, il libretto è stato scavato per trarne linearità contemporanea, senza alterare la sostanza dei dialoghi. In chiave drammaturgica, la messinscena è stata modernizzata sfruttando le peculiarità architettoniche della Sala Scarlatti: nessun impianto scenografico, quindi, ma azioni di grande impatto visivo che vedranno gli attori muoversi nei diversi spazi della platea. Di notevole interesse, poi, l’introduzione di due nuovi personaggi, dei piccoli Pulcinella: a loro il compito di scandire i cambi di scena, richiamando tecniche di scenografia verbale proprie del teatro shakespeariano e del teatro di inizio ‘900. “La riscoperta de La zingara è frutto di attività di rilettura, trascrizione, interpretazione e messinscena sviluppate all’interno del ciclo didattico del Conservatorio. Siamo orgogliosi di aver realizzato una produzione a “chilometro zero”, che testimonia quanto il nostro Istituto sia ricco di professionalità e talenti” ha sottolineato Carmine Santaniello, direttore del San Pietro a Majella. Le rappresentazioni de La zingara in programma il 28 e 29 aprile avranno inizio alle ore 18.00. L’ingresso è gratuito previa prenotazione obbligatoria all’indirizzo [email protected] e ricezione di comunicazione di conferma.

Ti potrebbe interessare

Torna in alto