C’è chi direbbe di non mischiare sacro e profano. Ma a Napoli i due piani, per la natura e la cultura della città, spesso si confondono. E così i partenopei invocano senza troppe distinzioni San Gennaro al pari di Diego Armando Maradona, divinità religiose e laiche di un pantheon che esiste soltanto all’ombra del Vesuvio.
Napoli, momento magico: scudetto “benedetto” da miracolo di San Gennaro
La città è in fermento da giorni. La festa scudetto è stata rinviata per qualche incidente di percorso avvenuto sul campo da gioco, come il pareggio contro la Salernitana di domenica scorsa. Il tricolore potrebbe arrivare stasera, nel match in trasferta contro l’Udinese.
E non è un caso, secondo scaramantici e superstiziosi, che lo slittamento sia avvenuto proprio di una settimana, quando è atteso il miracolo “di maggio” di San Gennaro, appuntamento fisso per tutti i credenti del Santo Patrono sparpagliati nei quattro angoli del mondo.
La coincidenza
4 (o 7) maggio festa scudetto e 6 maggio scioglimento del sangue nell’ampolla. Una coincidenza che i partenopei saluterebbero come un momento di buon auspicio per tutta la città, pronta a riversarsi in strada, tra i vicoli del centro storico, per celebrare la doppia festa, religiosa e sportiva. Il “miracolo di maggio” è il primo dell’anno, a cui seguono quelli del 19 settembre e del 16 dicembre.
Questo cade proprio a ridosso della festa del tricolore attesa tra stasera e domenica. Per i napoletani il prodigio è dato per scontato. E in parte è già avvenuto, con l’intera Partenope riunita dopo anni, Vomero e Quartieri, Chiaia e Forcella, passato e presente, nel segno di una bandiera da sventolare sotto un cielo azzurro.