Caivano, Corte dei Conti accusa ex sindaco e assessori: “Creato terreno fertile per i clan”

Sanzioni per oltre 250mila euro e per 7 persone, tra cui un ex-sindaco e assessori. Quest’ultimi impossibilitati per 10 anni di ricoprire incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali.

Dopo Napoli anche Caivano finisce tra le verifiche dei Carabinieri e della Procura Regionale della Corte dei Conti della Campania dalle quali sono emerse condotte “scriteriate” e una gestione “disinvolta” dei soldi pubblici. 

Caivano, Corte dei Conti accusa ex sindaco e assessori: “Creato terreno fertile per i clan”

Le notifiche emesse dai pubblici ministeri Licia Centro e Davide Vitale riguardano ex amministratori del Comune di Caivano e le responsabilità relative al dissesto finanziario dell’ente, deliberato dal Consiglio comunale nel 2016.

Secondo la magistratura contabile campana a Caivano è stato “creato un terreno favorevole allo sviluppo della criminalità organizzata”.

Le condotte degli amministratori pubblici – definite scriteriate – sono state ritenute “gravemente colpose” dagli inquirenti: emerge, dall’indagine, come i bilanci, approvati dalla compagine amministrativa oggi sotto accusa, “fossero caratterizzati dalla esposizione di residui attivi inesistenti, che alimentavano una fittizia capacità di spesa, da una massiccia mole di debiti fuori bilancio, frutto di una gestione degli appalti improntata alla illegalità, come accertato anche dall’ANAC in un’indagine amministrativa concomitante, con una totale assenza di qualsiasi provvedimento atto e/o direttiva volto a sanare le rilevantissime criticità contabili, tra cui spicca anche la bassissima capacità di riscossione delle entrate, sensibilmente inferiore alla media nazionale”.

Alcuni degli amministratori oggi chiamati in causa, risultano peraltro essere già stati oggetto delle attenzioni della Procura contabile per l’incresciosa vicenda della gestione degli alloggi di ERP del Parco Verde di Caivano. Nella sentenza di condanna si evidenziano soprattutto le condotte ed il ruolo dell’ex Sindaco, “dominus di un sistema di illegalità nella gestione complessiva dell’ente”, si legge nelle carte.

La richiesta

La Procura ha chiesto per gli ex amministratori, la condanna alla sanzione pecuniaria prevista dalla normativa sui dissesti pubblici nella misura massima possibile, per un ammontare complessivo di euro 256.059,60 oltre alla richiesta dell’impossibilità di ricoprire, per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati. L’ udienza pubblica di discussione del ricorso sarà celebrata a gennaio.

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