Giugliano da troppo tempo è spaccata in due tra centro e fascia costiera: un danno per tutti

Questa settimana il Sindaco Nicola Pirozzi ha annunciato l’approvazione in giunta del progetto Sogesid. Nato una quindicina di anni fa con l’amministrazione Pianese dovrebbe finalmente dare una svolta al sistema fognario della zona costiera.

Giugliano da troppo tempo è spaccata in due tra centro e fascia costiera: un danno per tutti

Una buona notizia che mi ha fatto pensare ancora una volta a quella parte di Giugliano, potrebbe essere la migliore e non lo è.

Fatta eccezione per Licola Mare, la fascia costiera è il pezzo di Giugliano dove c’è meno povertà, il più alto numero di livelli di istruzione e richezza. Al di là delle potenzialità turistiche di cui abbiamo già parlato, in quella zona vivono tantissime persone provenienti della classe medio alta napoletana. In tanti hanno abbandonato la città in cerca di una casa più comoda e spazi più ampi.

L’altro giorno alla presentazione di una iniziativa imprenditoriale ho incontrato una distinta signora che mi ha detto: “Io sono abituata a stare tra i giuglianesi”. Quando ho capito che era una residente di Varcaturo le ho fatto una domanda:“ ̀ , ?”

Nonostante vivano in quella parte di Giugliano da più di vent’anni, molte persone ancora non si sentono parte di quel luogo. Come se fossero di passaggio.

Mi sono chiesto il perché. Il primo motivo penso sia dovuto alla mancanza di strumenti di comunità, mancano piazze e luoghi di ritrovo, mancano i legami sociali. C’è voluto un gruppo Facebook per creare una piazza virtuale e poi anche fisica in quel territorio. Manca un giardino pubblico, manca un cimitero, manca sicurezza, manca anche l’acqua. Manca tutto insomma: servizi e spazi. Questo non permette la nascita di una identità comune.

Il secondo è figlio dell’incapacità di Giugliano di accogliere. Per anni l’unico riferimento di queste persone è stato il costruttore che gli ha venduto la casa. Il comune non si è mai posto il problema di dover creare degli strumenti di integrazione. Facendo di fatto nascere in quei residenti una frustrazione, trasformata in un odio, per il potere comunale percepito giustamente solo come esattore. Una barriera comunicativa tra centro e mare che ha spaccato la città in due a danno di tutti.

Il terzo motivo sta nella mancanza di autodeterminazione. Mi spiego meglio. Gli Stati Uniti si affrancarono dalla madre patria inglese dopo 150 anni dall’arrivo dei pellegrini a Plymouth. Sono ormai decenni che napoletani vivono a Lago Patria, Licola e Varcaturo ma ancora non si sentono parte di quel territorio.

C’è una differenza sostanziale con le colonie americane. Queste non potevano eleggere nessuno per farsi rappresentare in Inghilterra. Di lì la guerra di indipendenza al grido “No taxation without representation”. I residenti della fascia costiera hanno tutti i diritti civili così come quelli del centro.
Ogni tanto alcuni di loro coltivano il sogno di un comune a parte, ma perché non si impegnano a farsi eleggere in consiglio comunale visto che ne hanno facoltà?

Negli anni infatti oltre a non sentirsi giuglianesi non si sono molto spesso neanche sentiti in dovere di partecipare alla vita politica. Questo è stato un danno per loro e un danno per tutta la comunità. Le loro istanze e anche il loro modo di percepire la cosa pubblica avrebbe di certo dato qualcosa in più alla scarsa vita politica giuglianese.

Ci sono state alcune esperienze ma si è prodotta tutto sommato pochissima partecipazione. Regalando molto spesso vagonate di voti a candidati del centro che li hanno sedotti e abbandonati.

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A Giugliano manca il vicesindaco: un segnale politico forte sarebbe quello di nominare qualcuno/a che rappresenti le istanze di quella comunità. Sarebbe un modo per iniziare a seminare un concetto di appartenza. Per tentare di creare oltre alle fogne anche una infrastruttura politica che leghi il centro alla zona mare.

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