Turetta interrogato per 9 nove ore: “Ho perso la testa, è scattato qualcosa in me”

Per nove ore Filippo Turetta è stato interrogato dal pubblico ministero. Il 22enne di Vigonovo, in carcere per aver ucciso la sua ex fidanzata Giulia Cecchettin, ieri mattina è stato raggiunto alle 11 nel carcere di Verona dal pm di Venezia Andrea Petroni, titolare del fascicolo di indagine, e ha proseguito il colloquio fino a sera.

Turetta interrogato per 9 nove ore: “Ho perso la testa, è scattato qualcosa in me”

Il magistrato, che è uscito dal penitenziario solo intorno alle 20, gli ha posto una serie di domande specifiche dopo che l’indagato si era avvalso della facoltà di non rispondere nel primo incontro col Gip Benedetta Vitolo durante l’interrogatorio di garanzia.

Il 22enne potrebbe aver in gran parte chiarito quanto accaduto la sera dell’11 novembre. Al pm lo studente avrebbe detto diversi “non ricordo” e ripetuto più volte: “Ho perso la testa, mi è scattato qualcosa”. 

Nel primo colloquio coi magistrati, Turetta si era limitato a confessare il delitto e a ribadire quanto aveva già affermato davanti agli agenti della polizia tedesca dopo il fermo.

L’autopsia sul corpo di Giulia Cecchettin

Cecchettin è morta prima di essere portata nella scarpata vicino al lago di Barcis dove poi è stata ritrovata sabato 18 novembre.

Dall’autopsia – andata avanti per 12 ore – i magistrati raccoglieranno risposte su molti punti rimasti ancora oscuri, a partire da quale arma sia stata usata da Turetta. Finora sono stati trovati due coltelli, uno da 12 centimetri recuperato nell’auto del ragazzo in Germania, dove sabato 18 novembre era stato fermato dopo una fuga di una settimana, o quello da 21 centimetri trovato spezzato nel parcheggio a Vigonovo.

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