Marano. Negli antichi palazzi ci sono spesso i fantasmi. Anime imprigionate in case vecchie, con troppe stanze, troppi corridoi. Anche lo storico palazzo Merolla, comprato e ristrutturato dal Comune per farne il centro della cultura in città, ha un suo fantasma. Atipico, però. E’ in carne e ossa. Si chiama Pasquale Turco, ha 47 anni, è sposato, ha un figlio di sei anni, ed è il custode “fantasma” di un palazzo comunale. Non ha vinto un concorso, non ha uno stipendio. Nessuno lo ha assunto. Ma passa tutto il giorno nell’edificio di proprietà del Comune. E’ anche in possesso delle chiavi: apre e chiude il portone tutte le mattine, fa prendere aria alle stanze, pulisce il giardino, allontana i malintenzionati, sposta i mobili, attacca e stacca il contatore dell’energia elettrica, vigila.
Nel quartiere lo conoscono tutti. I passanti di via Parrocchia lo salutano con gran sorrisi, qualcuno scherza con lui, altri gli augurano buon lavoro. C’è chi lo chiama signor Merolla, come fosse il proprietario del palazzo.
“Sono maranese da sette generazioni – confidò il buon Pasquale ad Armando Mele, il giornalista del periodico dell’attesa che lo intervistò – Sono della zona, questo palazzo l’ho visto vecchio e poi rinascere. Non ho firmato alcun contratto, non ho mai ricevuto alcun pagamento, praticamente ho sempre lavorato gratis. Gli ex sindaci Perrotta e Cavallo mi hanno sempre promesso una regolarizzazione lavorativa, ma la situazione non è mai mutata: aspetto con ansia che il Comune mi metta a posto o che, comunque mi vengano retribuiti questi anni di lavoro”.
In realtà la storia di Pasquale, il custode fantasma, comincia quando nel vecchio rudere di palazzo Merolla partono i lavori di ristrutturazione. L’impresa che si aggiudica l’appalto lo sceglie come custode del cantiere, pagandolo regolarmente. Pasqualino è uno del rione ed è in grado di garantire vigilanza e protezione della struttura. Il custode, a ristrutturazione avviata, sistema addirittura un letto al primo piano e passa giorno e notte nel cantiere. Quando la ditta termina i lavori e passa il palazzo al Comune, l’incarico di Pasquale finisce. Ma lui rimane nelle stanze, proprio come un fantasma.
Naturalmente il Comune non può assumerlo. Però, la sua presenza torna utile. “Durante il Capodanno del 2009, in piena notte, sono dovuto intervenire per sventare un principio d’incendio alle caldaie. ‘era fumo dappertutto, ma utilizzando la canna dei giardini pensili, mi sono trasformato in un vigile del fuoco e ho risolto la situazione. Una notte – aggiunge – un gruppo di ragazzi di colore, visibilmente ubriachi, ha cominciato a lanciare, da via Parrocchia, bottiglie di birra vuote verso il Palazzo Merolla. Non ho potuto non reagire e, armandomi di pietre e calcinacci, ho risposto al fuoco facendoli fuggire a gambe levate. Ma non è finita qua. Un giorno una famiglia di rom è entrata nel Palazzo e ha cominciato a frugare tra le stanze, fortuna che ho il mio bastone. Non li ho mai più visti!”.
Il palazzo comunale non ha vigilanza e senza Pasquale sarebbe, quindi, già stato vandalizzato. Il Comune sa ma finge di non sapere. Ne tollera la presenza e un po’ approfitta. Per qualche mese, negli anni addietro, Pasqualino fu assunto dalla dita di pulizia che gestiva l’appalto di tutti gli edifici comunali. Poi scadde il contratto e non se ne fece più nulla. Pasqualino è tornato un fantasma. C’è ma non c’è. Lui, però, per tutti è il custode di Palazzo Merolla. Ha perfino una guardiola, dove in passato mise pure un cartellone colorato con una scritta: “Stanze pulite per mostre e manifestazioni. Lasciate una mazzetta al custode!”.
Ha anche adottato un cane abbandonato che gli fa compagnia durante il lavoro e lo aiuta nella vigilanza.
Adesso il fantasma ha un amico. Palazzo Merolla, in fondo, è anche loro.
Domenico Rosiello