L’impasse politica potrebbe sbloccarsi (ma il condizionale è d’obbligo in questi casi) nel prossimo week-end. Solo allora, secondo rumors molto accreditati, si svolgerà l’atteso summit tra il sindaco Angelo Liccardo e la frangia dei dissidenti di maggioranza, che non meno di quindici giorni fa ha richiesto con forza un cambio di marcia e una rivisitazione generale di deleghe e incarichi in giunta. L’opera di mediazione sarà affidata, secondo quanto trapelato nelle ultime ore, al coordinatore regionale di Forza Italia Domenico De Siano.
I margini per ricomporre lo strappo sembrano esserci, ma è chiaro che i quattro dissidenti da un lato (De Stefano, Pellecchia, Di Guida e De Biase) e il primo cittadino dall’altro non potranno cedere su tutta la linea o tornarsene a casa con le cosiddette mani in avanti e le altre indietro. Si addiverrà a un accordo, a un compromesso dignitoso per entrambi per le parti in causa? O sarà rottura definitiva? Ancora qualche giorno e il nodo sarà sciolto.
Ma intanto, in attesa dell’incontro chiave del fine settimana e che arrivino notizie dal Pd sul fronte dell’annunciata mozione di sfiducia al sindaco, nuove stoccate arrivano all’indirizzo del primo cittadino. “E’ una situazione paradossale – spiega il consigliere Salvatore De Stefano – che vede un sindaco in costante campagna acquisti, nel tentativo di accaparrarsi il sostegno di qualche membro del centrosinistra e di liberarsi di un gruppo politico che ha mostrato lealtà fin dall’inizio della consiliatura. In tal senso anche la vicenda Tagliaferri fa riflettere e non poco.
Noi ci auguriamo e speriamo che i rumors che si sentono in giro non corrispondano a verità e che non si speculi pertanto sulle persone e sulla loro sfera lavorativa. Ripeto – aggiunge De Stefano – noi speriamo non sia così, vogliamo credere alla buona fede di tutti, ma se così non fosse sarebbe gravissimo”. Idee condivise anche dal resto del gruppo: “Non è una questione di poltrone la nostra – conclude il consigliere De Stefano – il nostro unico obiettivo è quello di partecipare alle scelte per il futuro della città, che non possono essere ad appannaggio di pochi intimi”.