Ha accompagnato i suoi figli a scuola, poi è tornato a casa ed ha ucciso sua moglie Eva Karniska, 48 anni. Successivamente ha impugnato una pistola ed ha iniziato a sparare dalla finestra, al terzo piano di un palazzone di San Giovanni a Teduccio, colpendo qualunque cosa fosse in movimento. Dopo ore di trattative fallite, condotte dagli specialisti della Polizia di Stato, Pinto si è suicidato. Forse bevendo del veleno per topi o dell’acido muriatico.
Napoli, taglia la gola alla moglie e poi si uccide col veleno: prima della tragedia aveva accompagnato i figli a scuola
È la sintesi di una mattinata convulsa, durante la quale i vicini e le forze dell’ordine hanno fatto il possibile per evitare la tragedia, cercando di disarmarlo e di convincerlo ad arrendersi. Chi lo conosceva riferisce di un uomo apparentemente “normale”, ma ultimamente turbato a causa delle difficoltà economiche che la famiglia stava attraversando. Pino era, infatti, una ex guardia giurata, che a causa di un incidente – il tentativo di rapina della sua pistola, durante il quale era rimasto ferito a una gamba – aveva perso il lavoro. Da allora si era arrangiato con lavori saltuari.
La ricostruzione
Ieri mattina, intorno alle 8 e 30, i residenti del condominio hanno riferito alle forze dell’ordine di aver udito grida provenienti dall’appartamento, poco dopo il ritorno di Pinto dalla scuola dei figli.
Alcuni testimoni affermano di averlo sentito mentre ripeteva queste parole brandendo una pistola calibro 9 dalla finestra: “L’ho uccisa! Ho portato i bambini a scuola. Ma non sono pazzo!”. All’inizio si è temuto per i tre figli. Invece, i due minorenni – una ragazzina di 14 anni e uno di 16 – erano a scuola, mentre il più grande, di 18 anni, era in gita scolastica su una nave da crociera. È l’ultimo dei tre ad essere stato informato dell’accaduto.
L’irruzione della polizia nell’appartamento
Sul posto sono intervenute le pattuglie dell’Ufficio prevenzione generale guidato da Antonio Cristiano, gli agenti del commissariato San Giovanni e la Squadra Mobile comandata da Alfredo Fabbrocini. Le trattative sono durate circa tre ore. Poi, improvvisamente, è calato il silenzio. L‘assenza prolungata di Pinto, che non rispondeva più al cellulare, ha spinto gli agenti a entrare nell’appartamento, dove hanno trovato il corpo senza vita di Eva, uccisa a coltellate, e quello di Pinto in un’altra stanza.
L’uomo avrebbe inferto almeno dieci fendenti alla donna e poi si è tolto la vita, forse ingerendo del veleno. Nelle prossime ore entrambe le salme saranno sottoposte a esame autoptico per confermare le cause del decesso. Nell’appartamento sono stati trovati un’arma calibro 9×21 e una cinquantina di proiettili, identificati come quelli usati per sparare dalla finestra, anche contro le forze dell’ordine.