Cambierà a breve il percorso per diventare avvocato. Tutti coloro che vorranno intraprendere la professione forense dovranno essere infatti più bravi dei loro predecessori. Dopo il traguardo della laurea, sarà al momento della pratica presso un avvocato professionista con almeno 5 anni di iscrizione all’ordine che essi dovranno affrontare un tirocinio molto duro. E cio grazie al regolamento appena approvato dal Ministero della Giustizia e ora passato all’esame del CNF per il parere definitivo. C’è da dire che intanto sono stati approvati sulla Gazzetta ufficiale i decreti del Ministero della Giustizia n. 47 e 48 del 25 febbraio 2016, in vigore il prossimo 22 aprile, che hanno cambiato i requisiti necessari per l’esercizio della professione forense e l’esame di Stato.
Il percorso formativo che deve fare l’aspirante avvocato
La formazione del praticante avvocato prevede quindi non solo più il tirocinio ma anche l’iscrizione ai corsi di formazione che devono essere frequentati obbligatoriamente e dove sono messe a disposizione delle borse di studio. Quest’ultimo riceverà, previo versamento di una quota d’iscrizione ai corsi stessi, una centrifuga di nozioni di diritto diluite nei 18 mesi di tirocinio previsto, per un totale di 160 ore. È necessario inoltre frequentare almeno l’80% delle lezioni per poter partecipare agli esami finali. L’obiettivo è forgiare l’aspirante avvocato in modo che possa superare agevolmente l’esame di Stato, facendogli acquisire una serie di capacità professionali oramai indispensabili per battere la concorrenza.
Un filtro sulla qualità che premia il merito ma che rende anche più oneroso il percorso per poter esercitare tale professione. Durante il corso sono previsti approfondimenti casistici e dal taglio pratico di molte delle principali materie studiate all’Università, che hanno ad oggetto anche tecniche di redazione degli atti giudiziari. L’accesso è però solo i più meritevoli ovvero coloro che hanno alle spalle un percorso universitario brillante e quindi è prevista una selezione, sia all’entrata, sia alla fine. Il corso di formazione prevede infatti un esame scritto e orale volto ad individuare gli aspiranti avvocati più preparati in base al merito. Saranno previste poi 3 prove scritte di 4 ore ciascuna, cosidette intermedie. Una per ogni semestre e poi una prova finale. Il CNF ha però proposto di ridurre a 2 tali prove intermedie, ferma restando la prova finale che sarà orale di massimo 30 minuti e verterà su tutti gli argomenti relativi agli insegnamenti ricevuti al corso di formazione. Il CNF in particolare ha proposto che tali prove intermedie consistano in un test a risposta multipla di circa 30 domande
Come cambia l’esame di Stato?
Una delle novità più importanti che riguardano invece l’esame di Stato è rappresentata dal maxi database telematico istituito presso il Ministero della Giustizia dal quale le commissioni delle Corti d’Appello estraggono le domande dell’esame orale. Nelle prove orali, lo svolgimento è pubblico e deve durare almeno 45 minuti e non più di 60 minuti per ciascun candidato. Dopo l’illustrazione della prova scritta, al candidato sono rivolte delle domande estratte con le modalità informatiche sopracitate. Il candidato può assistere all’estrazione delle domande sulle quali deve rispondere. Il database e il programma informatico di estrazione delle domande saranno realizzati, entro l’aprile 2017, dalla direzione per i sistemi informativi del ministero della Giustizia. Quanto all’esame scritto, al fine di l’intensificare i controlli preliminari, tra i 120 e i 60 minuti precedenti l’inizio delle prove scritte le tracce dei pareri e degli atti verranno trasmesse via PEC dal Ministero della Giustizia solo al Presidente della Commissione distrettuale. La segretezza dei pareri e degli atti viene assicurata da un sistema di crittografia. Nelle prova scritta, il candidato deve sviluppare un parere motivato su un caso concreto, affrontando profili di interdisciplinarietà.
Fonte: Blastingnews.com