Continua il processo a carico di Alessandro Impagnatiello per l’omicidio di Giulia Tramontano, la giovane di 29 anni incinta al settimo mese originaria di Sant’Antimo.
La madre di Giulia Tramontano ai giudici: “Non vivo più. Non sono più una madre”
Stamattina, dopo la deposizione di Allegra (la ragazza italo-inglese che aveva una relazione parallela con Impagnatiello e che è stata l’ultima a vedere Giulia viva), i giudici hanno ascoltato Loredana Femiano, madre della 29enne.
La donna – che insieme a tutta la famiglia ha sempre mantenuto toni sobri e riservati – ha condiviso il dolore insopportabile che lei, il marito e i figli stanno vivendo a seguito della tragedia.
“Non stiamo bene, Io e mio marito abbiamo delle difficoltà. Vedere i bambini mi mette un’angoscia immane” ha confessato, sottolineando come la perdita di una figlia e di un nipote abbia devastato ogni aspetto della sua vita.
“Mi fa male sapere che l’auto su cui è stato trasportato il cadavere di mio figlio sia ancora in circolazione”
La testimonianza della Femiano ha rivelato non solo il dolore personale ma anche dettagli agghiaccianti sull’omicidio. Dopo aver ucciso Giulia con 37 coltellate, Impagnatiello ha tentato di bruciare il corpo per due volte, per poi abbandonarlo.
“Un’altra cosa che mi ha fatto un male immenso è stato scoprire tramite i miei legali che la macchina in cui mia figlia è stata trasportata è stata acquistata dalla compagna del fratello dell’imputato. Quella macchina voglio farla sparire – ha raccontato la donna – non voglio pensare che ci salga altra gente”.
Impagnatiello avrebbe tentato per mesi di avvelenare la ragazza, somministrandole del veleno per topi senza che lei ne fosse a conoscenza.
“Giulia lamentava mal di pancia. Lui mi tranquillizzava”
Giulia “si lamentava sempre del bruciore di stomaco”, ha detto ancora in aula la madre. “In una mia conversazione con lui – ha spiegato -, addirittura mi mandava una foto di Giulia che dorme, per tranquillizzarmi, e mi fa: ‘guarda, le ho fatto anche la tisana’. Perché lei continuava ad avere questo malessere”. Quando il 28 maggio la ragazza è scomparsa, “lui non stava certo come me, io ero disperata. In lui – ha aggiunto la mamma – non ho visto nessuna disperazione”.
La madre ha anche condiviso dettagli sulle dinamiche familiari e sulle prime impressioni su Impagnatiello, descrivendolo inizialmente come una persona normale, nonostante i successivi eventi abbiano tragicamente smentito questa valutazione.
La narrazione di questi eventi, in particolare l’ambivalenza di Alessandro Impagnatiello nei confronti della gravidanza, evidenzia una dinamica relazionale turbolenta, caratterizzata da promesse, paure e, infine, violenza estrema.
“Ci raccontò di volere un figlio da Giulia dal primo incontro in famiglia”
“Io voglio da Giulia un figlio entro il 2022 al massimo” avrebbe detto il barman al primo incontro con la famiglia di lei.
“Noi – racconta ancora la madre – ci facemmo anche una risata, perché dicevamo ‘fate già programmi di questo tipo?'”. Nel dicembre del 2022, poi, la notizia della gravidanza, accolta prima negativamente, poi positivamente, poi ancora negativamente. Infine, la scelta di tenere il bambino. Salvo poi uccidere ucciderlo nel grembo di Giulia.