Don Maurizio Patriciello non lo conosceva nessuno. Poi un giorno durante una riunione fu sgridato in malo modo da un Prefetto. Aveva dato della “Signora” ad una funzionaria. Il video della “ramanzina” fece il giro dei social. Don Maurizio usò la sua nuova popolarità per far conoscere a tutti il tema della terra dei fuochi.
Il carisma di un prete di periferia
Patriciello ha un dono, quando parla ti rapisce. Racconta, spiega, fa arrivare a tutti il suo messaggio. Ha usato questa dote per promuovere della battaglie per l’area Nord. Prima la questione inquinamento. Poi la camorra ed infine il degrado del Parco Verde.
In questi anni è divenuto un simbolo. Certo non tutto quello che dice e che fa è sempre giusto. È un prete, non un Dio. Sull’aborto ha una posizione molto decisa, sulla terra dei fuochi alle volte ha supportato inchieste giornalistiche tese più a fare scandalo che notizia.
Ma Don Maurizio lo dice sempre: non è uno scienziato, non è un esperto, è un prete di periferia che è stato capace di accendere i riflettori sul suo quartiere. Di imporre Caivano nell’agenda politica del Paese.
L’invito al convegno sul Premierato
E come prete è stato l’8 maggio scorso invitato ad un convegno. Il tema era il Premierato: la riforma costituzionale proposta da Meloni.
Prima di De Luca ad ironizzare sull’evento organizzato dalla fondazione De Gasperi alla Camera era stato il sito “Dagospia.it” definendolo una Sagra di paese per i personaggi coinvolti. La verità è che Meloni voleva spiegare la sua riforma non solo ai politici ma anche a pezzi della società. Tanto che l’evento si chiamava la Costituzione di Tutti.
Le offese di De Luca e le scuse necessarie
De Luca durante la sua diretta del venerdì, invece di difendere la costituzione attuale, spiegando che la nostra carta è di tutti gli antifascisti, ha ironizzato sul convegno, ed in particolare sulla presenza di Don Patriciello: definito il Pippo Baudo dell’Area Nord con relativa frangetta.
Le parole di De Luca sono state completamente fuori luogo. Può capitare a tutti di vomitare un’offesa. Non dovrebbe succedere in una diretta di un Presidente di Regione. Ma può capitare. Perché De Luca è così. Senza filtri. Lo abbiamo scoperto tutti durante il Covid. Ha sempre usato il linguaggio come una mitra. Questa volta però ha esagerato. Tanto.
In questi casi, si fa solo una cosa: si va a Caivano e si chiede scusa. Al prete, al simbolo, all’uomo che è libero di andare e fare ciò che vuole. Senza essere etichettato e senza essere offeso da nessuno. È un prete ed un uomo libero.