Le mani della camorra sul turismo e sugli affitti brevi. Anche gli eredi del clan Lo Russo avevano fiutato l’affare. È quanto emerge dall’ultima inchiesta dalla Dda che ieri ha portato ad un nuovo blitz contro la camorra dell’area nord di Napoli. Secondo gli inquirenti, come riporta il quotidiano Il Mattino, il boss Oscar Pecorelli avrebbe continuato a dettare legge dal carcere di Opera attraverso videochiamate illegali, gestendo le attività illeciti e ordinando anche dei delitti.
Napoli, le mani della camorra sugli affitti brevi: riciclaggio anche tramite criptovalute
La moglie di Pecorelli avrebbe gestito alcune strutture ricettive, come un immobile in zona Rione Sanità. Nelle misura eseguite ieri nell’operazione interforze, sono stati effettuati anche sequestri per 8 milioni di euro. Per riciclare i grandi flussi di contanti, venivano usate anche criptovalute.
A disposizione del clan c’era pure un esperto informatico. E’ accusato di aver convertito soldi in moneta virtuale, attraverso la creazione di un portafoglio virtuale a disposizione di un affiliato che viveva a Dubai, anche per acquistare, per conto del boss, un prezioso Rolex, rivenduto poi nei cataloghi ufficiali. Un altro sistema per ripulire il denaro sporco.
Un fitta trama di reimpiego dei capitali in diverse attività, dalle calzature all’abbigliamento, ora tutte finite sotto sequestro. L’inchiesta della Procura di Napoli ha fato luce soprattutto sulla spaventosa stagione del 2021, con numerose stese e omicidi tra Miano e dintorni.