Video di abusi sessuali a bambini e neonati: due arresti tra Napoli e Avellino

Due persone sono state arrestate e otto perquisizioni si sono svolte tra Napoli, Avellino, Caserta e Roma per il possesso di materiale pedopornografico, inclusi video di abusi sessuali su neonati.

Video di abusi su neonati diffusi sui social: 2 arresti e 8 perquisizioni

La Polizia di Stato ha guidato le operazioni su mandato della Procura di Napoli, focalizzandosi su otto individui residenti nelle province menzionate.

Durante le perquisizioni, gli investigatori hanno analizzato le attività informatiche sugli smartphone degli indagati, raccogliendo prove significative del loro coinvolgimento nella condivisione online di questi contenuti.

L’inchiesta è partita da una segnalazione internazionale su utenti italiani che diffondevano tale materiale su una nota piattaforma social. Nonostante i tentativi degli indagati di mascherare la loro identità mediante profili e email anonime, le indagini hanno permesso di rintracciarli.

I dettagli dell’operazione

Le perquisizioni hanno permesso di recuperare grandi quantità di materiale pedopornografico estremamente grave, inclusi video di abusi su neonati. Questo ha messo in luce la gravità e la perversione delle azioni degli indagati. Gli investigatori hanno analizzato il materiale per individuare gli utenti coinvolti nella sua creazione e distribuzione e per tentare di identificare le vittime degli abusi, al fine di assistere e proteggere le stesse.

L’operazione ha richiesto un notevole dispiegamento di risorse tecniche e umane, con il coinvolgimento diretto degli esperti di sicurezza cibernetica. Gli investigatori hanno esaminato migliaia di connessioni Internet e dati digitali, applicando tecniche forensi avanzate per tracciare le attività illecite. Utilizzando reti Wi-Fi pubbliche o intestate a terzi e creando identità digitali false, gli indagati hanno tentato di eludere la rilevazione.

Il successo dell’operazione ha sottolineato l’importanza della cooperazione internazionale nel contrasto alla criminalità informatica, mostrando come la condivisione di informazioni tra diverse agenzie di polizia sia cruciale per identificare e perseguire gli autori di reati così gravi.

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