Marano in ginocchio e in molti rimpiangono il Commissario straordinario Tramonti

Marano. Ieri la città ha vissuto un’altra giornata nera sul fronte dei rifiuti: un andazzo che va ormai avanti da diversi mesi. L’emergenza da queste parti è diventata un fatto ordinario. E questo deve far riflettere. Marano, purtroppo, è una città che da diversi anni continua a mostrare una capacità di elaborare, quasi sempre in negativo, il proprio destino con figure che hanno comunque caratterizzato le sue vicende: non certo eroi, ma anzi pseudo Neroni che, in deliri di onnipotenza e impunità, come il famigerato imperatore, con la loro divampante avidità di potere e denaro, hanno sistematicamente desertificato il territorio, bruciando qualsiasi germoglio di sviluppo che una comunità civile avrebbe dovuto coltivare. E questo oggi lo scenario che i cittadini si ritrovano. Una città martoriata come le sue strade, invivibile, con l’aria impregnata della puzza di monnezza, caotica, e sull’orlo del baratro economico-finanziario.

Quando dirigevo il giornale l’attesa, ho avuto la fortuna di incontrare sulla mia strada la dottoressa Gabriella Tramonti, un persona straordinaria alla quale, ad aprile 2013, dedicai un fondo intitolato “Prefetto di ferro dal cuore attento”. Mancava un mese alla fine del suo mandato di Commissario straordinario e, giocando con il suo cognome, scrissi che non sarebbe stato un bel “Tramonti” per Marano. A distanza di tre anni, posso dire con certezza, che la mia previsione si è avverata in toto. Questa donna minuta, ma con un carico di energia enorme (chi l’ha frequentata la definisce anche molto umana e profondamente religiosa) sfatò sicuramente il mito negativo di un Commissario prefettizio che, anche se bravo, è sempre lontano dal popolo in quanto non eletto. Tramonti, a Marano, andò oltre: non si è limitò a gestire l’ordinario, ma realizzò cose straordinarie, facendole fare anche a dirigenti, responsabili di settore e impiegati.

I risultati furono ben visibili. Affrontò con piglio e determinazione problemi atavici (risolvendoli), tra cui la difficile situazione economico-finanziaria dell’ente. Prima che lei s’insediasse, il dissesto finanziario era quasi una certezza, poi i conti migliorarono e lo spettro del crack finanziario si allontanò definitivamente.

I risparmi ottenuti in tutti i settori furono enormi, per non parlare dei fitti passivi che, in passato, avevano svenato le casse del Comune, mentre lei dimostrò che, con un po’ di oculatezza, si sarebbero potuti evitare già da diversi anni, in virtù del fatto che il Comune disponeva di altre sedi dove poter allocare gli uffici.

Ma l’elenco è lungo. Tramonti scoperchiò diverse pentole che alimentavano il malaffare in tutti i sensi, ma soprattutto ripristinò la legalità. Ai suoi successori spianò un’autostrada, togliendogli dal fuoco diverse castagne, tra cui quella dell’approvazione di alcune lottizzazioni. Liccardo, nei suoi circa tre anni di governo cittadino, non ha saputo raccogliere quei frutti e quegli insegnamenti. Risultato? La città peggiora di giorno in giorno sotto tutti gli aspetti, perciò, per molti, la soluzione migliore sarebbe quella dell’arrivo di un altro Commissario, preferibilmente alla Tramonti.

Mimmo Rosiello

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