Marano. Melito non rispetta i patti e all’Ufficio del Giudice di Pace di Marano rischiano di restare senza cancellieri. Ciò significa condannare i cittadini a un black- out della giustizia.
“Il Comune di Melito – afferma la coordinatrice dell’Ufficio del Giudice di Pace, avvocato Giovanna Iodice – nonostante l’impegno espresso in data 12 ottobre 2015 dal sindaco davanti al presidente del Tribunale di Napoli Nord, dottoressa Elisabetta Garzo, e agli altri sindaci firmatari della convenzione, non mi ha mai assegnato il direttore amministrativo, individuato nella persona del dottor Pietro Mottola. E questo è cosa grave, perché l’Ufficio, qualora vi dovesse essere ulteriore turn over, rischia di trovarsi in difficoltà per la mancanza di una figura di riferimento”
Attualmente come state rimediando? “Abbiamo due cancellieri: uno di Villaricca, ma ha fatto domanda di rientro, e un’altra di Mugnano che è prossima alla pensione e con un serie di ferie arretrate da smaltire. La mole di lavoro resta comunque altissima: cancelleria penale, decreti ingiuntivi, recupero spese di giustizia, due cancellerie civili, 12 magistrati”.
Ma non è la prima volta che la dottoressa Iodice, a detta di tutti gli operatori, sta dirigendo, nonostante le mille difficoltà incontrate, magistralmente l’Ufficio maranese. Così interviene duramente sulla questione del mancato rispetto degli accordi previsti nella convenzione, firmata da tutti i Comuni del comprensorio giuglianese, tranne Giugliano. Ultimamente lo ha fatto a ottobre 2015, con una lettera inviata ai mass media locali.
“Per la verità la facoltà concessa ai Comuni da parte del Legislatore di mantenere gli Uffici Giudiziari – scrisse in quella missiva – si palesò subito un disastro annunciato, ma mai era pensabile che anche sul piano personale, morale ed etico, a fronte di impegni assunti alla presenza del Presidente del Tribunale di Napoli Nord, i rappresentanti delle istituzioni locali, dopo aver scattato qualche foto e reso trionfalistiche dichiarazioni, ricacciassero nell’oblio assoluto le problematiche dell’Ufficio del Giudice di Pace che dichiarano sì di voler mantenere ma solo sul sacrificio dei Magistrati, delle poche seppur laboriose unità amministrative applicate, dell’Avvocatura ed in ultima analisi, ma non ultima, del Cittadino unico vero fruitore del servizio-giustizia che oggi subisce i ritardi determinati dalla poche risorse disponibili e domani rischia la soppressione definitiva”.
Di Mimmo Rosiello