Prima accoltella e poi spara l’amante della mamma: sconto di pena per 20enne di Miano

Francesco Palma, 20enne originario di Miano, ha ricevuto uno sconto di pena dalla Corte di Appello di Napoli. Palma era stato arrestato lo scorso settembre con l’accusa di duplice tentato omicidio aggravato, porto e detenzione illegale di armi. Il ragazzo aveva prima accoltellato e poi sparato a Pietro Ronga, 36 anni, ritenuto l’amante della madre. I giudici hanno ora ridotto la pena da 10 a 8 anni di reclusione, accogliendo le tesi difensive presentate dal suo avvocato, Luigi Poziello, del Foro di Napoli Nord.

Il caso

A settembre 2023, Francesco Palma ha incrociato Pietro Ronga in via Vittorio Veneto a Miano, alla periferia nord di Napoli. Dopo un breve scambio di parole, Palma ha estratto una pistola Beretta e ha sparato quattro o cinque colpi contro Ronga, colpendolo all’addome. L’uomo è stato gravemente ferito ed è stato ricoverato al CTO di Napoli, dove si trova tuttora in condizioni critiche. Dopo l’agguato, Palma si è costituito volontariamente presso il commissariato di Scampia, ammettendo la propria responsabilità.

Questo episodio è solo l’ultimo di una serie di aggressioni tra Palma e Ronga. Già a febbraio dello stesso anno, Palma aveva accoltellato Ronga, ritenendolo responsabile di una “violazione del codice d’onore” per la sua relazione con la madre. Figlio di un detenuto, Palma non aveva accettato la relazione della madre con un altro uomo e aveva reagito violentemente.

Il processo e la sentenza di appello

In primo grado, il GIP del Tribunale di Napoli, Enrico Campoli, aveva condannato Palma a 10 anni di reclusione, derubricando l’accoltellamento da tentato omicidio a lesioni aggravate e riconoscendo le attenuanti generiche equivalenti sia alla recidiva, dato che il giovane aveva precedenti penali, sia all’aggravante dei futili motivi.

Ieri, la Corte di Appello di Napoli ha ridotto la pena a 8 anni, concedendo uno sconto di due anni. La persona offesa, Pietro Ronga, si è costituita parte civile ed è difesa dall’avvocato Michele Sanseverino.

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