“Un boss emergente”. Viene definito così Francesco Pio Valda, nella requisitoria che il pubblico ministero Antonella Fratello ha celebrato davanti ai giudici della Corte d’Assise di Napoli per chiedere la condanna del 20enne di Barra all’ergastolo per l’omicidio di Francesco Pio Maimone.
Napoli, chiesto ergastolo per Valda: “È un boss emergente e ha agito da camorrista”
Per la pubblica accusa, quell’omicidio consumato nel marzo 2023 sul lungomare di Mergellina non è stato un delitto estemporaneo, ma il risultato di un profilo criminale già consolidato. Come spiega il Mattino, il pm Fratello, per sostenere l’impianto accusatorio, insiste sull’uso dei social e sul momento di esaltazione che il gruppo “Barra Regna”, diretta emanazione del clan Aprea-Valda, ha inscenato a mezzo TikTok subito dopo il delitto.
Difeso dal penalista napoletano Antonio Iavarone, solo quindici giorni fa il presunto killer ha ammesso di aver fatto fuoco, spiegando tuttavia che quel colpo di pistola era partito mentre scappava nel corso di una rissa generata per una scarpa macchiata da un drink. Una versione che per la Procura non regge. «Esce sempre armato, anche di due pistole, pure in discoteca… il suo scopo non è divertirsi ma creare “tarantelle” (problemi, ndr) e di “schiattare a terra” (uccidere, ndr) quelli che non sono armati».
Quindi, più che un’azione criminale estemporanea, quegli spari sono il gesto di un boss emergente che ha preso le redini del clan di Barra dopo l’arresto del fratello Luigi Aprea. L’obiettivo, in quella notte tra il 22 e il 23 marzo 2023, era rimarcare il proprio dominio sugli Chalet di Mergellina, zona contesa da altri gruppi criminali: «E da camorrista ha agito – ha concluso Fratello nella sua requisitoria – premendo il grilletto più volte accettando il rischio che, sparando nella folla, avrebbe potuto provocare la morte di un innocente». Rimarcato anche il ruolo svolto dagli amici e dai parenti di Valda «tutti facenti parte dello stesso contesto malavitoso».