L’incubo di via Colonne tra Giugliano, Melito e Sant’Antimo: qualcuno chieda scusa

Se qualcuno dovesse spiegare come non si gestisce un lavoro pubblico, potrebbe raccontare la storia di via Colonne. Un’arteria fondamentale dell’area Nord, messa in ginocchio dai lavori per la rete fognaria, realizzati “generosamente” dall’Eav.

Certo, anche l’Eav ha le sue responsabilità, per non aver vigilato a dovere. Tuttavia, gran parte delle colpe ricade sulla ditta esecutrice e sugli enti locali, che in questi mesi non hanno organizzato un minimo di programmazione per gestire i disagi inevitabili di un’opera del genere.

Non hanno neppure preteso il rispetto delle regole più elementari.

Ci troviamo di fronte al più completo menefreghismo nei confronti dei residenti e dei tanti commercianti della zona. La viabilità di uno snodo cruciale è stata portata al collasso da una gestione caratterizzata da un’incapacità esemplare: non sono state rispettate le norme basilari del codice della strada né quelle del buon senso. Mancano percorsi alternativi segnalati, il cantiere è privo di ordine e pulizia, le strade sono ridotte a colabrodo, e non è stato fornito un cronoprogramma chiaro. Insomma, un fallimento totale.

Perché? La risposta è semplice: i cittadini dell’area Nord sono considerati cittadini di serie B. Non hanno diritti, non hanno chi li tuteli e non hanno neanche la possibilità di protestare efficacemente contro qualcuno, perché si trovano sempre davanti a un muro di gomma.

I lavori di via Colonne rappresentano la dimostrazione lampante che a nessuno importa se siamo trattati come bestie, lasciati senza speranze e costretti a vivere nello sconforto.

Mi auguro davvero che, per una volta, ci sia uno scatto d’orgoglio. Spero che i commercianti e i residenti della zona, assistiti da bravi legali, possano rivalersi in qualche modo nei confronti dei responsabili.

Non meritiamo tutto questo. Non meritiamo il cantiere peggio gestito della storia. Non meritiamo di essere trattati così.

Il minimo che ci si aspetta in questi casi è che chi sta eseguendo i lavori – in maniera così assurda, probabilmente perché vive altrove e non si interessa di Melito, Giugliano, Sant’Antimo – chieda scusa. Per loro, siamo solo una fattura da incassare.

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