Pozzuoli. Sito di stoccaggio: “Nessuna garanzia che si tratti solo carta. Dubbi sul permesso”

La questione del sito di stoccaggio di Via Fascione continua a far parlare di sé. Dopo una lettera di chiarimenti inviata al sindaco e agli uffici della regione Campania, l’opposizione continua ad accendere i riflettori su quella che sembra un vero e proprio deturpamento del territorio.

Pozzuoli. Sito di stoccaggio: “Nessuna garanzia che si tratti solo carta. Dubbi sul permesso”

«Abbiamo letto da alcune testate locali – commenta il Consigliere Comunale di Pozzuoli ORA Riccardo Volpe – che il gestore della nuova discarica, avrebbe “rassicurato i cittadini” affermando che quel sito accoglierebbe la sola carta. Una notizia totalmente priva di fondamento, in quanto ad oggi non risulta protocollata nessuna richiesta agli uffici della regione Campania. Il progetto parla di una serie innumerevole di materiali, finanche assorbenti, materiali filtranti, gesso, gomma, plastica, metalli, ingombranti. La maggioranza – continua Volpe – avrebbe potuto convocare una conferenza dei capigruppo, anche perché ci risulta che le Associazioni ambientaliste si siano incontrate col Presidente e col Sindaco. Da allora il Consiglio Comunale ne avrebbe dovuto discutere, invece è chiara l’idea di una parte della maggioranza che preferisce tenere la città allo scuro di tutto».

La nuova struttura, in un’area di circa 5mila metri quadrati, dovrebbe sorgere proprio in una zona fortemente urbanizzata, dov’è presente il civico cimitero, il comprensorio Olivetti, il Tigem, un asilo nido e numerose abitazioni. Tra l’altro lo stesso Palazzo Olivetti è protetto da un vincolo della Soprintendenza ai Beni Archeologici, disposto dall’art. 10, comma 3, lett. d) del d. leg.vo 22/1/2004 n. 42.

«Un disagio enorme – continua la nota di Pozzuoli ORA! – e per rendersene conto basta andare nelle vicine piattaforme di stoccaggio similari per verificare l’area irrespirabile. Tra l’altro abbiamo segnalato anche una possibile incompatibilità con il Piano Regolatore Generale. In quell’area (ex art. 33–zona D3) non è consentita la realizzazione di un impianto industriale, ma solo servizi tecnologicamente avanzati, attività didattiche o di formazione. L’impianto di classificazione e stoccaggio dei rifiuti, come da progetto presentato, si delineerebbe come una vera e propria attività industriale, contro le norme del Piano Regolatore e del Piano Paesistico.  Le rassicurazioni verbali – conclude la nota – lasciano il tempo che trovano. Non bisogna far diventare quel luogo l’immondezzaio della Campania».

Comunicato stampa

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