Dubbi sull’ampliamento industriale nell’ex SOFER: “Si aggirano le norme”

Consigliere Volpe
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L’area ex SOFER, uno dei siti di maggiore pregio ambientale e paesaggistico del golfo di Pozzuoli, torna al centro del dibattito politico e sociale. Oggetto della controversia è l’ampliamento delle attività industriali della Prysmian, che negli ultimi anni ha ottenuto autorizzazioni per un intervento che, secondo molti, violerebbe le normative vigenti. La conferma che quell’intervento è un ampliamento industriale (e quindi contro le previsioni dei piani urbanistici) è arrivata dalla Regione Campania che ha notificato l’atto alla Prysmian.

IL NODO DELLE NORMATIVE URBANISTICHE.

L’area, 18 ettari strategici per la riqualificazione della costa puteolana, è vincolata da strumenti di pianificazione stringenti come il Piano Territoriale Paesistico dei Campi Flegrei e il Piano Regolatore Generale. Entrambi prevedono una destinazione dell’area a progetti di riconversione compatibili con attività scientifico-tecnologiche, culturali e turistiche, escludendo esplicitamente l’incremento delle volumetrie industriali. Eppure, negli ultimi anni, l’ampliamento della Prysmian è stato approvato grazie a un Permesso a Costruire Convenzionato, uno strumento edilizio che – secondo il movimento Pozzuoli ORA – sarebbe stato utilizzato impropriamente per aggirare i vincoli normativi. “La legge è chiara: non si possono aumentare le volumetrie né alterare la destinazione d’uso dell’area,” denuncia Riccardo Volpe, consigliere comunale di Pozzuoli. “Eppure, dietro la facciata della ricerca scientifico-tecnologica, si è autorizzata una vera e propria espansione della capacità produttiva. Parliamo di un aumento del 30% della produzione industriale, che nulla ha a che fare con la vocazione turistica e culturale di questa zona.”

AMPLIAMENTO MASCHERATO?

Nel 2020, la Prysmian ha presentato una richiesta formale per l’ampliamento del proprio stabilimento, sostenendo la necessità di ottimizzare i processi produttivi e minacciando un possibile trasferimento dell’attività altrove. Secondo quanto dichiarato dall’azienda, l’intervento sarebbe stato in linea con le normative, trattandosi di attività di ricerca tecnologica. Tuttavia, numerosi documenti ufficiali e l’analisi degli uffici regionali hanno evidenziato una realtà ben diversa. “Le opere autorizzate sono chiaramente finalizzate alla produzione, non alla ricerca,” spiega Volpe.

DUBBI SULLE PROCEDURE AUTORIZZATIVE

Un altro aspetto controverso è il ricorso allo “Schema Direttore e Programma d’Intervento”, uno strumento urbanistico definito “innovativo” che, secondo Volpe, sarebbe privo di fondamento normativo. Questo strumento ha consentito di spacchettare il Piano Urbanistico Attuativo (PUA) del 2012 in interventi separati, rimandando a un futuro indefinito le opere pubbliche previste, come la bonifica dell’area e la creazione di un parco urbano. “Ci troviamo davanti a un disegno che frammenta volutamente le previsioni urbanistiche per favorire interessi privati,” accusa il consigliere comunale. “Nel frattempo, le opere pubbliche e la bonifica restano solo promesse sulla carta.”

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LE CRITICITA’ AMBIENTALI

Un altro punto cruciale riguarda la mancata Verifica di Assoggettabilità a VIA (Valutazione di Impatto Ambientale). La Prysmian aveva richiesto l’esenzione da questa procedura, sostenendo che l’ampliamento non avrebbe avuto un impatto significativo. Tuttavia, la Regione, trattandosi di un ampliamento di un sito industriale ha richiesto, a norma di legge, la VIA preventiva del progetto. La successiva richiesta di autorizzazione e stata poi archiviata in quanto arrivava a monte di autorizzazioni già date e da opere già realizzate. “La Regione ha confermato ciò che diciamo da tempo: l’ampliamento è in contrasto con le leggi. È inaccettabile che il Comune abbia concesso le autorizzazioni senza le necessarie verifiche,” prosegue Volpe.

UNA ZONA SACRIFICATA AGLI INTERESSI PRIVATI

La vicenda dell’ex SOFER mette in luce una gestione amministrativa che, secondo il movimento Pozzuoli ORA, ha sacrificato gli interessi della collettività a favore di quelli privati: “Parliamo di un’area che dovrebbe rappresentare un modello di riqualificazione, un’occasione per restituire il mare alla città. Invece, ci ritroviamo con un’espansione industriale che peggiora le condizioni ambientali e sociali. Il rischio, concreto, è che la zona torni ad essere tutta industriale, scavalcando qualsiasi norma e mettendo nel cassetto definitivamente l’idea di una città a vocazione turistica”.

LA DENUNCIA POLITICA

Volpe ha già annunciato l’intenzione di portare la questione anche all’attenzione di organismi sovracomunali, facendo un appello alla società civie: “Non possiamo restare a guardare mentre si calpesta la legalità e si sacrifica il nostro territorio. Chiederemo un’indagine approfondita per verificare la correttezza delle procedure e accertare eventuali responsabilità, ma serve che anche le associazioni ambientaliste, la società civile e i gruppi di cittadini prendano parte a questa battaglia”. La vicenda dell’ex SOFER è destinata a far discutere ancora a lungo. Tra accuse di aggiramento normativo e dubbi sulle autorizzazioni, la comunità di Pozzuoli si interroga sul futuro di un’area che avrebbe dovuto rappresentare un’opportunità di rilancio, ma che rischia di diventare l’ennesimo esempio di mala gestione territoriale.

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