Caivano. Sono i disegni dell’orrore. Dai quaderni di Fortuna Loffredo, a seguito delle analisi della grafologa, emergono ulteriori dettagli terribili su quello che accadeva nel palazzo degli orchi al Parco Verde di Caivano. Disegna e cancella con insistenza – come riporta Il Matino – figure femminili, come fossero una minaccia per lei. Disegna finestre con le sbarre, case senza porte, inaccessibili. E poi disegna case con due porte, che indicano la paura della separazione, il ricatto, la necessità di farle mantenere il segreto.
I colori usati, poi, sono vivaci e con tratti marcati, cioè carichi di rabbia ed aggressività. Comunicava così “Chicca”, la bimba violentava e uccisa il 24 giugno del 2014. Dopo la sua morte, che all’inizio sembrava fosse accidentale, l’avvocato Angelo Pisani, legale dei nonni e del padre della bambina, e il pm Federico Bisceglia, che si stava occupando del caso, deceduto in un incidente stradale qualche mese dopo, avviano una serie di perizie sui quaderni e i disegni di Fortuna, che nel Parco verde chiamavano Chicca, consapevoli che è proprio quella la più genuina forma di comunicazione dei sentimenti dei bambini. Per la sua morte resta in cella Raimondo Caputo, accusato di omicidio e violenza sessuale. Intanto l’inchiesta continua sulla rete di pedofili che avrebbero abusato di altri bambini al Parco Verde, sulle persone che sapevano e non hanno detto nulla e sulla morte del piccolo Antonio Giglio. Per quest’ultimo, morto in circostanze simili, è stata chiesta la riesumazione del corpo.
Le indagini potrebbero far venire fuori, insomma, altri terribili dettagli sul palazzo degli orrori.