Marano. E’ riuscito nell’intento di scontentare tutti, di deludere chi l’ha votato, di confermare la sfiducia di quanti non l’avrebbero voluto come sindaco di una cittadina che sotto la giunta Liccardo sembra destinata a diventare sempre più un quartiere dormitorio nell’immediata periferia nord di Napoli.
Oggi dopo profonde riflessioni il sindaco ha rassegnato le inevitabili dimissioni, lasciando la parola ai cittadini sulla futura amministrazione della città. Ci piace credere che il sindaco si sia finalmente reso conto del suo assoluto fallimento nonostante i disperati tentativi di rimanere a galla e di fare un altro giro sulla giostra della disastrata politica maranese.
Dopo l’isola ecologica che non c’è, la farsa della gestione dei rifiuti affidati ad un’azienda, la Ego Eco sul baratro del fallimento e l’invasione di spazzatura in tutte le strade; i ruoli dell’esazione delle bollette idriche, abbandonati in un tourbillon di incompetenze e scarico di responsabilità, con danni di milioni di euro che gravano sui cittadini, il progetto-finanziamento del giardino dei cinque sensi ridotto ad una farsa politico-giudiziaria, le promesse non mantenute agli studenti del Segré sulla manutenzione delle aule inagibili, i fondi regionali per la contribuzione ai fitti delle famiglie disagiate spariti, il miraggio delle case da affidare alle famiglie bisognose abbandonate e costrette a vivere in auto, l’abbandono dei cittadini di via Pigno, costretti a vivere da reclusi da lavori effettuati senza capo né coda, cittadini di Via Pendine costretti a vivere in una discarica a cielo aperto; dopo disastri annunciati e/o ampiamente prevedibili frutto di negligenza, imperizia, incapacità di amministrare, improvvisazione, ignoranza delle altrui difficoltà, finalmente il sindaco ha gettato la spugna.
Ora la parola passa ai cittadini con l’auspicio che. memori dei disastri compiuti dalle giunte precedenti e da quest’ultima, sappiano affidare Marano a chi non è desideroso di occupare poltrone o di accaparrarsi un potere nell’intento di gestirlo “pro domo sua” ma sappia venire incontro alle reali esigenze di una cittadina che sappia risollevarsi da anni di avvilente oscurantismo.
Marano di Napoli, 3 Maggio 2016