Ci sono anche 4 minorenni tra i 27 arresti di questa mattina a Pomigliano d’ Arco. I giovanissimi sono stati collocati in un istituto penale minorile e risultano coinvolti, a vario titolo, nelle attività criminali del clan Cipolletta, operante a Pomigliano d’Arco e nelle zone limitrofe.
Pomigliano, il clan reclutava anche i minorenni: armi e tatuaggi in nome dei “Cipoletta”
Il provvedimento cautelare accoglie la richiesta della Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli, basata sulle indagini condotte dal Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Castello di Cisterna, in coordinamento con la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) della Procura di Napoli.
Le indagini, complesse e articolate, hanno portato a ritenere che uno dei minori sia gravemente indiziato di far parte del clan Cipolletta, mentre gli altri tre sarebbero responsabili di azioni criminali volte a favorire l’operatività del gruppo.
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Secondo quanto emerso, i giovani sarebbero stati cooptati all’interno del clan sia come membri attivi sia come manovalanza per l’esecuzione di reati mirati. Il reclutamento sarebbe avvenuto a basso costo, con un pagamento “a cottimo” inferiore rispetto a quello degli affiliati maggiorenni. Tuttavia, nonostante la minore remunerazione, i ragazzi avrebbero dimostrato particolare violenza ed efferatezza durante le azioni criminali, superando spesso lo scopo del reato stesso. In alcuni casi, avrebbero persino ostentato le proprie azioni per ottenere il riconoscimento del capo del clan.
Uno dei minori avrebbe inoltre compiuto atti di violenza e minaccia per interessi personali, forte del senso di impunità derivante dall’appartenenza a un’organizzazione criminale con armi a disposizione e una nota capacità intimidatoria.
La volontà di accreditarsi all’interno del clan avrebbe permesso a uno degli arrestati di diventare un membro di fiducia, svolgendo incarichi delicati come il trasporto di armi per conto del boss. Per suggellare la sua affiliazione, il giovane si sarebbe fatto tatuare sul polso il nome “Cipolletta”, a testimonianza della sua appartenenza al gruppo criminale.
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