Napoli, svolta nell’omicidio dell’ingegnere Coppola. Petrucci: “Sono io il mandante”

Salvatore Coppola Omicidio
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Colpo di scena nel processo per l’omicidio dell’ingegnere Salvatore Coppola, assassinato il 12 marzo 2024 nel parcheggio di un supermercato in via Protopisani a Napoli, nel quartiere di San Giovanni a Teduccio. Gennaro Petrucci, 73 anni, marito dell’imprenditrice antiracket Silvana Fucito, ha rilasciato dichiarazioni decisive, ammettendo di aver commissionato l’omicidio ma aggiungendo di essere stato a sua volta finanziato da un altro imprenditore per la commissione del delitto.

Napoli, svolta nell’omicidio dell’ingegnere Coppola. Petrucci: “Sono io il mandante”

 

Nel corso dell’udienza, Petrucci ha spiegato che inizialmente intendeva solo “gambizzare” Coppola, ritenuto responsabile di averlo danneggiato economicamente, ma poi ha deciso di eliminarlo definitivamente. Il 73enne ha altresì chiesto scusa alla famiglia della vittima, esprimendo rimorso per l’accaduto. La sua testimonianza è stata protetta da un paravento, come richiesto dal suo legale, l’avvocato Maria Di Cesare.

In aula era presente anche Mario De Simone, 64 anni, accusato di essere l’esecutore materiale del delitto, per il quale Petrucci avrebbe promesso un compenso di 20mila euro. Ma il colpo di scena è stato rivelato poco dopo, quando Petrucci ha dichiarato di essere stato a sua volta finanziato da un altro soggetto, un altro mandante che avrebbe versato una quota di 10mila euro sul totale dei 20mila.

Disputa per una villa finita all’asta

 

L’omicidio di Coppola è stato motivato da una disputa immobiliare legata a una villa di lusso a Portici, in provincia di Napoli. La villa era stata sequestrata nel 2014 dalla Guardia di Finanza a una società riconducibile a Silvana Fucito nell’ambito di un’inchiesta per presunta frode fiscale. Nel 2021, la villa è stata acquistata da una società di San Giorgio a Cremano. Una denuncia che però la Fucito avrebbe sporto nei confronti di Coppola avrebbe indispettito l’ex ingegnere, inducendolo a partecipare all’asta giudiziaria per l’acquisto della villa mediante l’aiuto di un prestanome.

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