Clan Mallardo, ecco la sentenza d’Appello per i fratelli Dell’Aquila

Napoli. Arriva la sentenza in appello per i tre i fratelli Dell’Aquila: Giuseppe Dell’Aquila, detto ‘0 ciuccio, 21 anni (difeso dagli avvocati Giuseppe Pellegrino e Claudio Botti),  Domenico 14 anni  e Giovanni 13 anni. Sono già detenuti e considerati dall’accusa esponenti apicali del clan Mallardo. Confermati anche i sequestri di beni per 400 milioni di euro.

Anche in primo grado il boss Giuseppe Dell’Aquila “‘o ciuccio” era stato condannato a 21 anni di reclusione. L’accusa per lui è di associazione mafiosa, detenzione di armi ed altri reati. Giovanni Dell’Aquila invece 14 anni di carcere mentre Domenico aveva incassato 13 anni e sei mesi. Tutto confermato, dunque.

O’ Ciuccio fu arrestato nel 2011. Gli agenti della squadra mobile lo trovarono in una villa blindata a Varcaturo. Era inserito nell’elenco dei 30 ricercati di massima pericolosità. Latitante dal 2002, è accusato di associazione mafiosa, detenzione di armi ed altri reati.

L’arresto avvenne nell’ambito dell’inchiesta Arcobaleno, dal nome una delle società “capofila” gestite dal gruppo camorristico. Prima di lui in un blitz del 2010 furono arrestati i fratelli Dell’Aquila e sequestrati beni per 400 milioni di euro. L’organizzazione criminale aveva difatti costituito numerose società, le cui quote venivano generalmente intestate a prestanome scelti tra il nucleo familiare o tra persone di comprovata fiducia, attraverso le quali si mettevano in atto speculazioni edilizie o altri investimenti apparentemente leciti ma che invece servivano per riciclare il denaro illecito.

In più di una circostanza Dell’Aquila è riuscito a sfuggire alla cattura con fughe rocambolesche. E’ E’ ritenuto uno dei fondatori della cosiddetta ‘Alleanza di Secondigliano. Era un punto di riferimento per la cosca e controllava inizialmente la zona di Varcato, poi dopo l’arresto di Feliciano Mallardo era lui a dettare le linee guida per il clan.

Oggi dunque si attendeva la nuova sentenza. Ma bisognerà attendere ancora per sapere se la corte d’appello confermerà o meno le condanne per i tre fratelli.

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