Giugliano. La qualità esecutiva e percettiva del lavoro “Semenze” di Laura Niola, in mostra a Castel dell’Ovo fino al 14 Maggio, ha notevolmente sollecitato l’immaginazione di alcuni giovani architetti giuglianesi che hanno intrapreso un lavoro di creatività urbana per l’innalzamento della qualità visiva dei contesti antropici. Questo lavoro, che consiste semplicemente in una riproduzione in scala urbana dei lavori dell’artista, e inteso come recupero delle facciate cieche degli edifici nei tessuti urbani ad alta densità abitativa, e dell’eventuale recupero di edifici pubblici dal basso profilo architettonico, mette insieme le capacità della bravissima artista Laura Niola, minuziosa e costante nella sua crescita, con la voglia e la determinazione di immaginare la Giugliano futura e nuovi possibili campi di applicazione di questi giovani professionisti.
L’idea nata dalla diretta collaborazione nell’allestimento della mostra dell’Architetto Vincenzo Riccardo con l’artista Niola, e delineata poi unanimemente insieme all’architetto Francesco Cacciapuoti e all’architetto Antonio D’Alterio, vuole essere ancora una volta la testimonianza che il potenziale umano, creativo ed intellettuale è vivo e forte nella nostra comunità, ma che ha serie difficoltà nel definire e trovare campi d’azione validi e continuativi.
Troppe volte si ode la frase “bisogna recuperare l’esistente”, dice l’architetto Antonio D’Alterio, ma nessuno pone in essere tematiche e metodi di applicabilità di tali recuperi, come intercettare i finanziamenti, come coinvolgere la popolazione in un processo di recupero urbano secondo le più contemporanee prassi di pianificazione partecipata.
Questo è un modo, dei mille e più possibili, il forte intreccio tra arte ed architettura, ormai storicamente consolidato; un “concept di progetto urbano alternativo e riproducibile all’infinito” lo chiama l’architetto Francesco Cacciapuoti, che ha la possibilità di espandersi ai vari contesti urbani, innescando, magari, un processo virtuoso di imitazione dalle comunità limitrofe; un grande percorso di arte urbana fruibile a tutti, “che migliora la riflessione delle luci in città rendendola policromatica”.
E’ possibile, e non cosi difficile, ritengono convintamente i tre giovani architetti, supportati dell’eterno entusiasmo di Laura Niola quando si parla di processi creativi; la promiscuità delle arti e dei mestieri può solamente portare ai piccoli ma costanti miglioramenti dei luoghi che viviamo, ed ormai è una sentita necessità, e magari di noi stessi.